Le prime testimonianze scritte risalgono al Medioevo, ma analisi genetiche moderne hanno chiarito la sua origine: si tratta di un incrocio naturale tra Pinot Nero e Gouais Blanc, varietà contadina di origine centroeuropea. Questa parentela spiega la sua grande versatilità e la capacità di adattarsi ai più diversi contesti climatici e pedologici.
Nel corso dei secoli, lo Chardonnay è divenuto sinonimo di eleganza e universalità: un’uva capace di produrre vini di altissimo pregio e grande complessità aromatica in Borgogna, ma anche espressioni più immediate e fruttate in regioni calde o nei Nuovi Mondi del vino. Dalla Francia si è diffuso in tutto il mondo a partire dal XIX secolo, conquistando l’Italia, la California, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sud America, dove ha trovato nuove declinazioni stilistiche e territoriali.
Culturalmente, lo Chardonnay è divenuto un simbolo della modernità enologica: varietà camaleontica, interprete del terroir ma anche plasmabile dal gusto del produttore, ha incarnato per decenni l’idea stessa del vino bianco internazionale, capace di spaziare dal minerale allo burroso, dal fruttato all’elegantemente tostato.
Zone di coltivazione
Lo Chardonnay è coltivato in tutti i principali paesi produttori di vino. In Francia rappresenta la varietà simbolo della Borgogna (Chablis, Meursault, Puligny-Montrachet, Corton-Charlemagne), ed è il principale vitigno a bacca bianca impiegato nella produzione di Champagne, soprattutto per i Blanc de Blancs. È ampiamente presente anche in Alsazia, Loira e Languedoc.
In Italia è diffuso dal nord al sud, ma le aree di maggiore qualità si trovano in Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia (in particolare in Franciacorta), e in Piemonte (Langhe). È impiegato sia per vini fermi che per basi spumante, spesso in purezza o in assemblaggio con Pinot Bianco o Pinot Nero.
Nel resto del mondo ha trovato habitat ideali in California (Napa, Sonoma), Australia (Adelaide Hills, Yarra Valley), Nuova Zelanda (Marlborough), Cile, Argentina, Sudafrica e Canada. La sua adattabilità lo rende capace di esprimere risultati eccellenti in condizioni climatiche molto diverse, dal fresco alpino al temperato marittimo.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Chardonnay è di vigoria medio-elevata, con portamento eretto e internodi corti. Le foglie sono di dimensioni medio-piccole, tondeggianti o trilobate, con margine regolarmente dentato e lembo glabro di colore verde chiaro. Il grappolo è medio, cilindrico o piramidale, spesso compatto e alato. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia sottile e pruinosa di colore giallo-verde che tende al dorato con la piena maturazione. La polpa è succosa e dolce, a sapore neutro, con buona acidità.
Germoglia precocemente e matura in epoca medio-precoce, circostanza che lo rende sensibile alle gelate primaverili. Mostra una buona regolarità produttiva e un eccellente comportamento in ambienti collinari e freschi. Dal punto di vista genetico e morfologico, è molto simile al Pinot Bianco, da cui si distingue per la maggiore compattezza del grappolo e il leggero riflesso dorato dell’acino maturo.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Lo Chardonnay è una varietà adattabile e versatile, capace di prosperare in una vasta gamma di terreni e climi. Predilige suoli calcarei o marnosi, ben drenati, e climi temperati o freschi, dove può sviluppare finezza aromatica e acidità equilibrata. Nei climi caldi tende a perdere freschezza, ma può dare vini più corposi e maturi, ricchi di note tropicali.
È relativamente resistente alla siccità e mostra discreta tolleranza alle principali malattie fungine, anche se la compattezza del grappolo lo rende sensibile alla botrite e alla peronospora in annate umide. Le forme di allevamento più comuni sono il guyot e il cordone speronato, con densità d’impianto elevate e potature corte per favorire equilibrio vegeto-produttivo e qualità delle uve. La resa ottimale per vini di pregio si aggira intorno ai 70 quintali per ettaro.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Lo Chardonnay è apprezzato per la sua straordinaria duttilità enologica: può essere vinificato in acciaio per ottenere vini freschi e minerali, oppure fermentato e affinato in barrique per vini più strutturati e complessi. L’acidità naturale equilibrata e la buona gradazione zuccherina lo rendono ideale anche per la spumantizzazione, dove garantisce eleganza e finezza.
In vinificazione, la gestione della fermentazione malolattica e del bâtonnage consente di modulare il profilo aromatico: dalle note agrumate e floreali nei vini in acciaio, ai sentori di burro, nocciola e vaniglia nei vini fermentati in legno. Il suo carattere relativamente neutro esalta le peculiarità del terroir e le scelte enologiche, divenendo un vitigno “trasparente” nel senso più nobile del termine.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Chardonnay mostrano grande varietà espressiva in funzione del clima e della tecnica di vinificazione. Nei climi freschi, come in Borgogna o nel Trentino, si presentano di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, profumi di mela verde, agrumi, fiori bianchi e note minerali, gusto teso e sapido, con acidità viva e finale persistente. Nei climi più caldi, come in California o Australia, assumono tonalità dorate e profumi di frutta tropicale (ananas, mango, banana), miele e spezie dolci, con corpo pieno e consistenza cremosa. Le versioni affinate in legno si distinguono per aromi complessi di burro, vaniglia, nocciola tostata e crosta di pane, derivati dall’evoluzione su lieviti e dalla maturazione in barrique.
