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Il Vino nella Basilicata

Vitigni, Vino, Enogastronomia

i vini in basilicata

La Basilicata è una regione montana e collinare, con molte zone adatte alla viticoltura e alla produzione di vino, ma con solo l’8% di territorio pianeggiante. A sud dell’area vulcanica del Vulture inizia la zona Appenninica, mentre ad ovest si erge la catena montuosa della Maddalena, che interessa solo marginalmente il territorio della Basilicata, separata dal complesso montuoso del Vulture dalla Valle del Melandro e dall’Alta Valle dell’Agri. Tutto il versante orientale è collinare ed è soggetto a continue modificazioni, dovute a fenomeni erosivi dei terreni argillosi, tanto da dar luogo, in Bassa Val d’Agri e nel Materano, a profondi solchi nel terreno lungo i fianchi delle colline (calanchi), privi o quasi di vegetazione. Le aree pianeggianti si trovano soprattutto nella pianura Metapontina, che si affaccia sul Mar Ionio e che ha trovato origine dall’accumulo di materiale eroso trasportato a valle dai fiumi, di cui la regione è molto ricca. Alcuni di questi nascono in Basilicata e scorrono totalmente nel territorio della regione, come l’Agri, il Basento, il Bradano, il Cavone, il Sinni, sfociando nel Mar Jonio, altri, invece, come il Noce, l’Ofanto ed alcuni affluenti del Sele, attraversano solo in parte la regione, per sfociare poi nel Tirreno o nell’Adriatico.

Il clima della Basilicata è da mite a continentale passando dalle zone costiere alle zone montane dell’interno. Le precipitazioni sono molto più abbondanti nelle zone montuose mentre passando nelle zone collinari e costiere esse sono meno diffuse. In particolare la zona delle Murge si hanno periodo siccitosi e molto caldi. La zona del Metapontino alterna invece stagioni invernali miti e piovose a estati calde, secche e abbastanza ventilate, ideali alla produzione di uve a bacca bianca tra cui il Greco e la Malvasia, che danno vini di media struttura ma dotati di un grande consistenza aromatica. L’area collinare che propende verso il Materano è caratterizzato da zone argillose e sabbiose con sedimenti marini. Qui si coltivano i vitigni Greco e Primitivo, che danno vini strutturati e di grande complessità olfattiva. Il fondovalle di origine alluvionale e marina e i suoi terreni fertili e profondi sono ideali per la coltivazione del Merlot, Cabernet sauvignon e del Sangiovese. La zona del Vulture, nella parte nord-orientale della regione, è particolarmente votata per la coltivazione dell’Aglianico del Vulture. I terreni viticoli, in prossimità del vulcano spento, sono ricchi di potassio, che conferisce ai vini freschezza, sapidità e mineralità. Durante le estati, solitamente siccitose, la porosità del tufo assicura alle viti un adeguato apporto di umidità, grazie all’acqua accumulata nei mesi invernali. L’area collinare di Matera, più interna, si presenta con caratteri mediterranei più attenuati grazie alle altitudini fino a 300 m. Le estati sono comunque calde, secche e caratterizzate da forti escursioni termiche, che favoriscono la coltivazione dei vitigni Primitivo e Sangiovese.

I Numeri del Vino della Basilicata

Superficie vitata della Basilicata

Superficie vitata della Basilicata : 2.000 ha di cui il 47% in montagna, 45% in collina, 8% in pianura.

Produzione di vino della Basilicata

Produzione di vino della Basilicata: 85.000 hl di cui vini DOP 31% vini IGP 31%, vini rossi e rosati 82%, vini bianchi 18%.

Denominazioni per il vino nella Basilicata

Denominazioni di origine per il vino in Basilicata: 1 DOCG, 4 DOC, 1 IGT.

i numeri del vino in basilicata

La Viticoltura nella Basilicata

I rilievi della Basilicata degradano in colline che sono particolarmente vocate alla coltivazione della vite, soprattutto ai piedi del Vulture. Anche in Val d’Agri, le particolari condizioni pedoclimatiche e la altitudine particolarmente elevata di coltivazione (superiore anche ai 500m) creano delle condizioni di escursione termica giorno-notte ed estate-inverno che permettono di ottenere vini dai risultati sorprendenti. Il clima è influenzato dall’orografia del territorio, essendo più freddo e piovoso nelle parti montane, con caratteristiche continentali, e più mite verso il mare. I sistemi di allevamento delle viti sono prevalentemente a Guyot e a Cordone speronato, anche se la storica coltivazione ad Alberello viene tuttora praticata in zone particolarmente impervie e difficili da lavorare. La superficie viticola totale della Basilicata è di circa 2.000 ettari, dei quali il 47% si trova in territorio montuoso, il 45% in collina e solamente l’8% in pianura.

La Storia della Viticoltura della Basilicata

La viticoltura in Basilicata ha origini antiche, risalenti all’epoca dei coloni greci. Intorno al VIII secolo a.C., i Greci si insediarono lungo le coste della regione, portando con sé le loro tecniche avanzate di coltivazione della vite. Questi coloni introdussero varietà di vite autoctone, alcune delle quali sono ancora coltivate oggi. Durante il periodo romano, la viticoltura continuò a fiorire, come testimoniato da numerosi scritti dell’epoca che lodano i vini della regione.

Nel Medioevo, con la caduta dell’Impero Romano e le successive invasioni barbariche, la viticoltura subì un declino temporaneo. Tuttavia, a partire dal X secolo, sotto il dominio dei monasteri e delle chiese, la coltivazione della vite in Basilicata conobbe una nuova fioritura. I monaci, con le loro conoscenze e tecniche agricole, contribuirono significativamente a migliorare la qualità dei vini.

Durante il Rinascimento, la Basilicata, come il resto d’Italia, vide un ulteriore sviluppo della viticoltura. Le famiglie aristocratiche e i grandi proprietari terrieri iniziarono a investire nella produzione di vino, portando miglioramenti nella coltivazione e nella vinificazione.

Con l’avvento dell’Unità d’Italia nel 1861, il settore vitivinicolo della Basilicata iniziò a integrarsi con il mercato nazionale. Tuttavia, il settore dovette affrontare diverse sfide, tra cui la fillossera, un parassita che devastò molti vigneti in tutta Europa verso la fine del XIX secolo. Questo evento portò alla ristrutturazione dei vigneti e all’introduzione di nuove tecniche di coltivazione.

Il XX secolo segnò un periodo di alti e bassi per la viticoltura in Basilicata. La Prima e la Seconda Guerra Mondiale ebbero un impatto negativo, ma il periodo post-bellico vide un graduale recupero. Dagli anni ’60 in poi, ci fu un crescente interesse verso la qualità piuttosto che la quantità, con un focus sulla produzione di vini DOC e IGT.

Oggi, la Basilicata è rinomata per i suoi vini di qualità, con l’”Aglianico del Vulture” che si distingue come uno dei vini rossi più pregiati della regione. I produttori moderni combinano metodi tradizionali con tecniche innovative per creare vini che rispecchiano il terroir unico della regione. La viticoltura è diventata un importante motore economico e culturale, contribuendo a promuovere la Basilicata sia a livello nazionale che internazionale.

Il vino in basilicata
Vigneti ai piedi del Monte Vulture

I Vitigni della Basilicata

In Basilicata vengono coltivati soprattutto vitigni a bacca nera, che rappresentano quasi il 90% dei soli 2.000 ettari vitati di questa piccola regione. L’Aglianico del Vulture è il principale dei vitigni della Basilicata, con oltre il 40% della superficie vitata e rappresenta da solo il 90% della produzione di vini DOP e IGP. Nella Val d’Agri (Terre dell’Alta Val d’Agri DOC) e nella zona di Roccanova (Grottino di Roccanova DOC) si coltivano anche i vitigni internazionali Merlot e Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Montepulciano. Nella zona di Matera il Primitivo rappresenta il vitigno principale, affiancato anche qui dal Merlot e Cabernet Sauvignon. Altri vitigni a bacca nera presenti in regione sono l’Aleatico, il Bombino Nero. I vitigni a bacca bianca, anche se meno diffusi, comprendono la Malvasia Bianca, la Verdeca, il Bombino Bianco e lo Chardonnay.

Le Denominazioni di Origine della Basilicata

Le Denominazioni di Origine della Basilicata includono la Aglianico del Vulture superiore DOCG, sulla base del vitigno Aglianico del Vulture. Nella Val d’Agri vi è la Terre dell’Alta Val d’Agri DOC e nella zona di Roccanova la Grottino di Roccanova DOC, nelle quali si coltivano Merlot e Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Montepulciano. Nella zona di Matera (Matera DOC) il Primitivo rappresenta il vitigno principale, affiancato anche qui da Merlot e Cabernet Sauvignon. Le DOC regionali del vino sono quindi 4, una sola l’IGT. 8 denominazioni agroalimentari, tra DOP e IGP, tra cui ricordiamo i famoso Pane di Matera IGP.

Le Zone Vinicole della Basilicata

Le uve coltivate e i differenti sistemi di allevamento della vite permettono di identificare tre aree vitivinicole in Basilicata: il Vulture, con alcune ramificazioni nell’Alto Bradano, la Val d’Agri e la zona di Matera, con i pendii collinari che degradano verso il Mar Ionio.

L’Aglianico del Vulture Superiore DOCG si produce in vigneti impiantati con circa 7000 ceppi/ettaro e rese inferiori a 5-6 t/ettaro. Il colore è rosso rubino impenetrabile, il profumo è elegante con sentori di frutta rossa matura e marasca, ciliegia sotto spirito e liquirizia, chiodi di garofano, pepe nero e note tostate dopo il passaggio in barrique, anche se i produttori più legati alla tradizione utilizzano ancora le botti grandi. L’importante carica acido-tannica rende questo vino molto longevo ed è perfetto in abbinamento con un Filetto di podolica al pepe.

La Val d’Agri è un’area che si trova nel cuore della regione, in provincia di Potenza. E’ un territorio molto interessante nel quale si trovano due delle quattro DOC della Basilicata. I vigneti sono impiantati in terreni ricchi di sabbia e argilla a 600-700 metri e da agosto fino a metà ottobre riescono a sfruttare le fortissime escursioni termiche. I vini della Val d’Agri (Terre dell’Alta Val d’Agri DOC) e della zona di Roccanova (Grottino di Roccanova DOC), rossi a base di uve Merlot e Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Montepulciano, danno vini ricchi di struttura, con sentori di frutti a bacca rossa, spezie e liquirizia.

La Cucina tradizionale della Basilicata

La cucina regionale della Basilicata ha radici profonde nelle tradizioni e nella cultura contadina. Queste origini legate al territorio ritrovano nei formaggi Pecorino di Filano DOP e Canestrato di Moliterno IGP, oltre che nel Caciocavallo podolico, perfetto con un bicchiere di Aglianico del Vulture Superiore DOCG. Altrettanto interessanti sono la Luganiga (salsiccia stagionata tradizionale), gli stufati e le Tortiere al forno a base di agnello e patate, da degustare con un rosso Grottino di Roccanova DOC.

Famose le paste fatte in casa a base di grano duro, come gli Strascinati o i Maccheroni, lavorati con il ferretto, con ragù di carne e Cacioricotta, o i Cavatelli con i Fagioli di Sarconi IGP da provare con un Merlot della Val d’Agri DOC. Infine, il Pane di Matera IGP, prodotto con semola di grano duro della varietà Cappelli, con la sua tipica forma a cornetto. Tipica delle aree interne della regione è l’unica eccellenza gastronomica che profuma di mare, il Baccalà con i peperoni cruschi, Peperoni di Senise IGP essiccati e fritti nell’Olio extravergine di oliva del Vulture DOP che li rende croccanti e aromatici. Questo piatto è spesso abbinato con una Malvasia Bianca o un Greco della costa ionica. Tra i dolci, i Biscotti con mandorle e noci e le Frittelle dolci con la cannella, da provare con uno spumante Moscato Dolce della zona del Vulture.

La Guida Vini di Quattrocalici