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Il corso sul vino di Quattrocalici - Il Vino negli Stati Uniti

Stati Uniti d’America

Gli Stati Uniti e il vino. La storia della viticoltura in USA. I vitigni coltivati negli Stati Uniti. Le zone di produzione del vino in USA.

Gli Stati Uniti (USA) e il vino

Il vino negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti il vino è stato prodotto per la prima volta nell’attuale territorio del New Mexico agli inizi del ‘600. L’era moderna, per il vino americano, inizia dopo il periodo cupo del proibizionismo, in vigore negli Stati Uniti dal 1919 al 1933, con un graduale riavvicinamento ad vino e alla sua cultura. Anche se tuttora il vino è relativamente poco diffuso (consumo medio annuo pro capite 11,4 litri, contro gli oltre 40 dell’Italia), la sua popolarità è in continua crescita. Data la dimensione del paese e delle sue aree vinicole (228.000 ettari nel 2014, per una produzione di circa 23 milioni di ettolitri) la produzione di vino degli USA è la quarta o la quinta del mondo, a seconda delle annate. La California produce da sola il 90% del vino degli Stati Uniti, seguita dallo stato di Washington (4%), New York (3%), Oregon (1%), Texas (1%) e tutti gli altri (1%). Il vino anche negli USA viene prodotto a partire da vitigni di origine Europea (Vitis Vinifera), per quanto esistano localmente piccole produzioni di vino da Vitis Labrusca, autoctone negli Stati Uniti. Questi vini hanno sapori e odori caratteristici e particolari, con ricordi di “selvatico” o “foxy”, in genere non molto graditi ai consumatori moderni, che associano al vino le tipiche caratteristiche di quelli prodotti con viti Europee.

La Storia della viticoltura negli Stati Uniti

La produzione di vino negli Stati Uniti ha inizio con i primi insediamenti Europei, avvenuti nel XVI secolo circa. Il vino prodotto con le specie indigene risultava ben diverso dalle aspettative del gusto Europeo, e si iniziò quindi ad importare dall’Europa esemplari di Vitis Vinifera allo scopo di ottenere un prodotto simile a quello del “vecchio mondo”. Le prime coltivazioni di vite ebbero luogo in Virginia, stato che climaticamente veniva ritenuto il più adatto per la viticoltura. In realtà né qui né in altri stati fu possibile avviare una produzione significativa, a causa della presenza di malattie e parassiti, di cui il più temibile era la fillossera, per le quali le specie Europee non avevano sviluppato alcuna difesa. Così come in Europa, la soluzione del problema venne individuata innestando le specie native americane con le specie Europee. La California fu il primo stato ad ottenere i primi successi della coltivazione delle specie Europee, verso la metà del 1700. La “corsa all’oro” a cavallo del 1800 spostò masse di popolazione verso ovest, e contribuì in modo determinante allo sviluppo economico della California. Lo sviluppo della vitivinicoltura Americana si arrestò con l’introduzione del “diciottesimo emendamento” della costituzione, che segnava l’inizio del periodo del proibizionismo. Per quasi 14 anni, tra il 1919 e il 1933, il provvedimento ha vietato di fatto la produzione e la commercializzazione di qualunque bevanda alcolica. Anche dopo la revoca dell’emendamento, a causa della recessione economica, l’industria del vino faticò a risollevarsi. La vera rinascita della produzione enologica negli Stati Uniti e della California in primis è dei primi anni del 1970. La produzione vinicola degli Stati Uniti ha ormai raggiunto un livello di qualità pari a quello dell’Europa, ma il consumo di vino non è di fatto ancora riuscito ad occupare un posto di rilievo nelle abitudini della gente, da una parte per ragioni di costo rispetto alle altre bevande alcoliche e dall’altra per ragioni salutistiche e pregiudiziali. Un esempio di questo è l’obbligo di apporre nelle etichette un avvertimento circa i rischi per la salute legati al consumo di vino.

Il Sistema di Qualità per il vino negli Stati Uniti

La definizione del sistema di qualità per il vino prodotto negli Stati Uniti d’America risale al 1978 con l’introduzione delle AVA, American Viticultural Areas (Aree Viticolturali Americane). Rispetto agli standard Europei la normativa AVA è molto più generica e permissiva. Il principale fattore garantito dal sistema è la zona di provenienza di un vino, mentre non vengono riportate indicazioni precise relativamente alle pratiche enologiche, le varietà di uve permesse, la resa massima e altre indicazioni previste invece nelle regolamentazioni dei paesi Europei. I produttori in pratica possono utilizzare qualunque pratica enologica e qualunque uva purché sia stata coltivata nella zona definita da un’AVA. Almeno l’85% delle uve utilizzate per un vino devono provenire dalla zona di denominazione. I vini mono varietali devono essere prodotti con almeno il 75% della specie dichiarata, salvo eccezioni. Il numero di AVA previste dal sistema di qualità Americano è oggi di oltre 140, suddivise in diversi stati. Oltre alle AVA esistono altre tipologie di denominazione:

  • American” o “United StatesWine,  che definisce sia vini varietali (prodotti con una sola specie di uva) sia vini assemblati, la cui provenienza può essere da qualunque parte della nazione e che non possono riportare in etichetta l’anno di vendemmia.
  • Multi-State Appellation” (denominazione multi-stato) per vini provenienti da due o tre stati confinanti, con indicata in etichetta la percentuale di vino proveniente da ogni singolo stato.
  • State Appellation” (denominazione di stato) definisce un vino prodotto con almeno il 75% dell’uva coltivata nello stato di denominazione, mentre il restante può provenire da qualunque altro stato.
  • Multi-County Appellation”  (denominazione multi-contea) che prevede vini provenienti da due o tre contee confinanti, con la percentuale di vino proveniente da ogni singola contea riportata nell’etichetta.
  • County Appellation” (denominazione di contea) per vini prodotti con almeno il 75% dell’uva coltivata nella contea di denominazione, mentre il restante può provenire da qualunque altra contea.

Le zone di produzione vinicola degli Stati Uniti

america vino
Vigneti della Napa Valley Image: Depositphotos.com

A seconda dell’annata gli Stati Uniti d’America sono il quarto o il quinto produttore di vino del mondo, con la California che da sola arriva ad oltre il 90% del totale del paese. Nell’ovest degli Stati Uniti si trovano anche altri stati con produzioni interessanti, in particolare l’Oregon e lo stato di Washington. Anche nella costa orientale si trovano alcune interessanti produzioni, in particolare negli stati di New York, Virginia, Pennsylvania e Ohio. Le varietà di vitis vinifera prevalentemente coltivate nel paese sono i cosiddetti vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Pinot Nero, lo Chardonnay e il Sauvignon. Negli ultimi anni si sono introdotte anche alcune varietà Italiane tra cui il Sangiovese, il Nebbiolo e la Barbera. Una nota particolare merita lo Zinfandel, per il quale alcune ricerche sul DNA rivelerebbero la sua origine dal Primitivo coltivato in Puglia, mentre altre ricerche ricondurrebbero al Plavac Mali, della Dalmazia. In ogni caso il vitigno oramai è radicato e diffuso nel paese, prevalentemente in California, tanto da poterlo considerare quasi autoctono.

La California è lo stato più importante per la produzione di vino, con il 90% di tutta la produzione nazionale. Nel nord-ovest del paese gli altri stati importanti dal punto di vista vitivinicolo sono lo stato di Washington, con il 3% della produzione e l’Oregon, immediatamente a nord della California. Nel nord-est l’uva si coltiva con un certo successo nello stato di New York e più a sud, in Virginia e North Carolina. Al sud, alcune produzioni interessanti si trovano anche in Texas. In Arizona si producono buoni esempi di vini Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, il Missouri è conosciuto per vini da uve Norton, un ibrido Americano a bacca rossa. La Pennsylvania e il  Rhode Island danno vini ChardonnayGewürztraminer e Pinot nero. L’Ohio, nella zona a ridosso del Lake Erie, produce vini con uve Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Riesling.

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Marcello Leder

Sommelier AIS, divulgatore nel campo del vino e dell'enogastronomia. Ha fondato nel 2011 il portale Quattrocalici, divenuto punto di riferimento per la cultura del vino in Italia, ed è autore della sua struttura e di tutti i suoi contenuti.

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