Il Piemonte è una delle regioni storiche per la vitivinicoltura Italiana, una delle prime a ripartire dopo la profonda crisi degli anni ’80 e oggi riconosciuta come patria di alcune delle più rappresentative eccellenze enologiche del paese. Come già visto, dal punto di vista dell’enogastronomia il Piemonte si può suddividere nelle seguenti principali zone.
Il Barolo
L’area di produzione del Barolo è caratterizzata da cinque celebri località che costituiscono anche altrettante zone di elezione: Barolo, Castiglione Falletto, La Morra, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba.
I vini prodotti nelle cinque località hanno caratteristiche diverse: il terreno di Barolo e La Morra dà al vino un carattere più morbido, aromatico, decisamente fruttato e con maturazione più veloce. A Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba, il terreno è meno compatto e fertile e produce vini più robusti e intensi, che maturano più lentamente. I vini prodotti in queste località si differenziano anche nel colore: quelli prodotti a La Morra e a Barolo tendono ad avere colori rosso rubino, mentre quelli prodotti nelle altre località tendono a colori più granati e aranciati.
La tannicità, è una particolarità dei vini da Nebbiolo che richiede alcuni anni, in genere almeno cinque, prima di assumere un carattere più rotondo e meno aggressivo. Questa caratteristica ha dato vita a due scuole di pensiero tra i produttori: quelli più tradizionali fanno affinare il vino in botti grandi, ottenendo un vino più aggressivo e tipico, mentre quelli che invece interpretano il Barolo come un vino più morbido e moderno, spesso ricorrono all’uso della barrique, e diminuendo i tempi di fermentazione e di macerazione. Spesso questa caratteristica produttiva è motivo di discussione sia fra i produttori sia fra gli stessi appassionati.
Il Barbaresco
Il Barbaresco è stato per anni considerato come il “fratello minore” del Barolo, di fatto però è uno straordinario vino da uve Nebbiolo che deve il suo nome all’omonima città in cui si produce, non lontano da Barolo. La fama del Barbaresco è certamente più recente del Barolo, infatti esso prende la strada della notorietà negli anni ’60 grazie soprattutto a Giovanni Gaja e Bruno Giacosa. Dieci anni più tardi, grazie all’intuito e alla caparbietà di Angelo Gaja, che iniziò a produrre il vino secondo i principi appresi in Francia, il Barbaresco diventerà uno dei vini più ricercati al mondo. Il Barbaresco è in genere considerato più elegante e raffinato del vicino Barolo e si produce nelle località di Barbaresco, Treiso e Neive, ognuna delle quali, grazie alle tipicità della zona, conferisce specifiche caratteristiche al vino.
Le Langhe e il Roero
Le Langhe si trovano nei pressi della città di Alba, alla destra del fiume Tanaro e includono anche le zone del Barolo e Barbaresco. Oltre al Nebbiolo vi si coltivano altre uve, come il Dolcetto e la Barbera. Fra le zone più importanti per il Dolcetto ricordiamo Dogliani e Diano d’Alba, quest’ultima con ben 77 cru diversi nel suo territorio. Il Dolcetto dà un vino con una spiccata nota fruttata, buona tannicità ma bassa acidità, che non consente lunghi periodi di maturazione. La Barbera è un’uva che fino a qualche decina di anni fa era considerata adatta solo per la produzione di vini correnti e di largo consumo, ma recentemente è riuscita ad ottenere grandi risultati, grazie ad una vinificazione attenta e di qualità. Il Pelaverga, coltivato nel comune di Verduno, è un vitigno spesso dimenticato, ma capace di produrre vini di notevole interesse. I più importanti vitigni a bacca bianca delle Langhe sono la Favorita e l’Arneis, quest’ultima presente anche nel Roero. Il Roero si trova sulla riva sinistra del fiume Tanaro. Anche qui l’uva a bacca nera più diffusa è il Nebbiolo, tuttavia la notorietà della zona è dovuta anche ad un’uva a bacca bianca: l’Arneis. I vini bianchi da Arneis sono intensi e complessi al naso e piacevoli al palato.
Il Monferrato e l’Astigiano
Queste due importanti zone vinicole sono situate nella parte sud-orientale della regione. Qui il vitigno a bacca nera più importante è decisamente la Barbera. Nel Monferrato la Barbera si trova anche mossa o leggermente frizzante, mentre ad Asti si produce un vino fermo e più corposo. Il Grignolino dà vini rossi vini dai colori generalmente chiari, molto piacevoli e gradevoli. La Freisa, con i suoi vini fruttati e immediati è presente in molti vini di questa zona. Il Ruchè si può considerare patrimonio esclusivo di Castagnole Monferrato. I suoi vini sono eccellenti, anche se in generale non molto strutturati. Il famoso Brachetto d’Acqui viene prodotto sia frizzante sia spumante dolce e affascina per la sua spiccata aromaticità e per la sua piacevolezza. Il Gavi, vino bianco DOCG, viene prodotto con uve Cortese e si caratterizza per la sua intensità ed armonia. A Ovada l’uva principale è il Dolcetto che qui manifesta caratteristiche uniche e assoluto interesse. Asti è famosa per il Moscato Bianco e per lo spumante dolce che porta il nome della città. Il successo dell’Asti Spumante è dovuto a Carlo Gancia, che decise nel 1865 di spumantizzare l’uva Moscato Bianco. Il Moscato di Loazzolo è un elegante vino passito prodotto anch’esso con Moscato bianco. Nell’Astigiano il vino rosso più importante è la Barbera, che trova qui una delle sue massime espressioni, grazie all’opera di Giacomo Bologna, che per primo introdusse la maturazione in barrique, facendo prendere alla Barbera un posto di rilievo tra i vini importanti.
Il nord del Piemonte
L’area settentrionale del Piemonte è caratterizzata soprattutto dalla produzione di vini rossi da Nebbiolo, meno noti di quelli del Barolo e Barbaresco, ma comunque di sicuro fascino e interesse. Fra le zone più celebri per questi vini ricordiamo Ghemme e Gattinara e la DOC Carema, nella parte occidentale e in prossimità della Valle d’Aosta. Fra i vini DOC della zona settentrionale del Piemonte prodotti con Nebbiolo, da solo o insieme ad altre varietà, vanno ricordati Lessona, Bramaterra, Boca, Sizzano e Fara. L’Erbaluce è invece un’uva bianca con la quale si producono vini secchi ma anche straordinari passiti, appartenenti alla denominazione Erbaluce di Caluso DOCG.