Il Glossario del vino di Quattrocalici

Metanolo

Sostanze nel vino

Il metanolo, o alcool metilico, è un prodotto intrinseco della fermentazione dell'uva, e presente quindi in esigue quantità anche nel vino.

il metanolo nel vino

Il Metanolo nel vino

Il metanolo, o alcool metilico, è un prodotto intrinseco della fermentazione dell’uva. Durante la vinificazione, esso si forma per idrolisi enzimatica dei gruppi metossilici delle pectine (zuccheri polisaccaridi), ad opera di un enzima, la pectinmetilesterasi, che si trova naturalmente nei cereali, nella frutta e anche in alcuni ceppi di lievito. Per questo motivo, il problema del metanolo è tanto più significativo quanto maggiore è il contenuto di pectina nelle uve di partenza.

Esigue quantità di metanolo sono quindi presenti nel vino, nella misura compresa tra 0,6 e 0,15 ml su 100 ml di alcol complessivo in esso contenuto. Per legge, il limite di metanolo è fissato a 400 mg/l per i vini rossi, e 250 mg/l per i vini bianchi e rosati.

Il Metanolo nei distillati

Nei distillati, la presenza di metanolo è più frequente, dal momento che, oltre alla sua concentrazione causata dalla distillazione, esso è anche portato in soluzione dai vinaccioli, essendo presente nelle frazioni legnose degli stessi.

Essendo il metanolo un alcool bassobollente, ossia con una temperatura di ebollizione, 64°C, più bassa di quella dell’alcool etilico (74°C), esso può venir quasi completamente allontanato dal distillato eliminando la frazione di testa del distillato stesso.

Effetti del metanolo sulla salute

Il metanolo, se ingerito o assorbito, genera formaldeide e acido formico nel’organismo, composti fortemente tossici. La formaldeide attacca la retina fino a portare alla cecità, mentre l’acido formico può comportare forme gravi di acidosi. L’ingestione di alcool metilico può dunque provocare cecità o morte, ma anche la prolungata esposizione della pelle in forma di vapore o liquido, oppure l’inalazione del vapore può avere serie conseguenze.

Lo scandalo del vino al metanolo (1986)

Il metanolo non era all’epoca sottoposto a controlli in cantina, e il suo utilizzo per aumentare la gradazione alcolica molto più economico dell’alcool etilico, non essendo sottoposto ad accise. Questo fatto aveva indotto alcuni produttori di vino a fortificare il proprio prodotto mediante l’aggiunta di metanolo, dando vita alla truffa alimentare più grande della storia italiana, che causò ben 23 vittime, che morirono in seguito all’assunzione del vino adulterato. Dopo i primi decessi, i titolari delle cantine coinvolte furono arrestati per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Indagini successive portarono poi alla scoperta che le aziende italiane coinvolte erano circa sessanta, con enormi ripercussioni sul mercato e l’immagine del vino italiano nel mondo. Peraltro, lo scandalo del vino al metanolo rappresentò anche un punto di svolta per l’enologia italiana, che per risollevare la propria immagine puntò da allora con sempre maggiore decisione verso le produzioni di alta qualità.