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Il Vino nell'Abruzzo

Vitigni, Vino, Enogastronomia

il vino in abruzzo

L’Abruzzo è una regione molto varia ed interessante, sia dal punto di vista dei vini che vi si producono, sia da quello della gastronomia regionale. L’Abruzzo è una regione prevalentemente montuosa o collinare, limitata a nord dal fiume Tronto, che segna il confine con le Marche, a est dall’Appennino Centrale che la divide dal Lazio, a sud dal fiume Trigno, oltre il quale c’è il Molise, e ad ovest dal Mare Adriatico. Ad ovest abbiamo la fascia montuosa formata dai Monti della Laga, dal Gran Sasso e dal Massiccio della Maiella, che degrada dolcemente verso una fascia collinare subapenninica, fino a raggiungere l’Adriatico.Il clima della regione è mite, soprattutto sul versante adriatico. Diventa più continentale andando verso l’interno e con l’aumentare dell’altitudine. Il livello medio delle precipitazioni è buono, più scarse sulla costa e maggiori all’interno.

I Numeri del Vino dell'Abruzzo

Superficie vitata dell'Abruzzo

Superficie vitata dell’Abruzzo: 32.000 ha di cui il 4% in montagna e 96% in collina.

Produzione di vino dell'Abruzzo

Produzione di vino dell’Abruzzo: 2.600.000 hl di cui vini DOP 38% e vini IGP 15%, vini rossi e rosati 30%, vini bianchi 70%.

Denominazioni per il vino nell'Abruzzo

Denominazioni di origine per il vino in Abruzzo: 2 DOCG, 7 DOC, 8 IGT.

i numeri del vino in abruzzo

La Viticoltura nell'Abruzzo

La superficie vitata in Abruzzo supera i 32.000 ettari, di cui quasi il 96% si trova in collina, mentre il 4% è rappresentato da viticoltura montana. Come tipo di allevamento, ancora molto diffusa è la Pergola, localmente chiamata “Capanna”, mentre sistemi obsoleti come le Alberate maritate hanno lasciato il posto a forme di allevamento più moderne, quali ControspallieraCordone speronato e Guyot. La produzione totale di vino supera in 2,6 milioni di ettolitri, di cui oltre il 30% a denominazione DOC e DOCG.

La Storia della Viticoltura dell'Abruzzo

La presenza della vite in Abruzzo risale all’epoca Romana, e si da allora i vini Abruzzesi sono menzionati negli scritti di autori di ogni epoca, a partire da Polibio, che menzionò i vini narrando le gesta di Annibale nella battaglia di Canne (216 a.C.). Andrea Bacci, nell’opera “De naturali vinorum historia de vinis Italiae” del 1596, parla dei vini di Sulmona e del territorio dei Peligni e Michele Torcia nel 1792 descrive per la prima volta la presenza del vitigno Montepulciano in Abruzzo. A partire dall’800, sono innumerevoli le testimonianze che rimandano al Montepulciano, che diventa dai primi del 1900 l’emblema di questo territorio. Nel 1897 Edoardo Ottavi e Arturo Marescalchi nel “Vade-Mecum del commerciante di uve e di vini in Italia”, menzionano i vitigni Camplese o Campolese (ossia la Passerina), il Racciapollone (ossia il Montonico), il Tivolese, il Verdicchio, la Malvasia, il Moscatello, il Cordisco e il Primutico (Montepulciano), il Gaglioppo, l’Aleatico, il Lacrima. Alla fillossera seguì il reimpianto di varietà più produttive, come il Trebbiano toscano e abruzzese, e la viticoltura in Abruzzo come in molte altre parti d’Italia inseguì la logica del profitto immediato, privilegiando la quantità sulla qualità. Per arrivare ad un deciso cambiamento di rotta si dovrà attendere la seconda metà del XX secolo, quando presero piede le prime iniziative volte alla ricerca dell’eccellenza in campo agroalimentare. Nel frattempo molte varietà autoctone fortunatamente non sono completamente scomparse dal territorio della regione, tanto che oggi, alcune di esse sono state riscoperte e giustamente valorizzate sia per le loro eccellenti caratteristiche chimico-fisiche che organolettiche.

Il vino in Abruzzo
Vigneti sulle Colline Teramane Image: Depositphotos.com

I Vitigni dell'Abruzzo

I vitigni dell’Abruzzo, sia a bacca nera che a bacca bianca, sono per la maggior parte autoctoni. Il più famoso è il Montepulciano, diffuso in tutto il territorio regionale e nelle regioni limitrofe, che costituisce la base di vini quali il Rosso Piceno e il Rosso Conero nelle Marche, ma anche del Rosso Biferno nel Molise. E’ un vitigno caratterizzato da una certa rusticità, resistente ai parassiti (nonostante abbia una certa sensibilità all’oidio) e la media collina abruzzese ne esalta senz’altro al meglio le caratteristiche, soprattutto per quanto riguarda il contenuto di sostanze polifenoliche, in particolare antociani e tannini, responsabili del colore rosso. Il Montonico è anch’esso un vitigno autoctono e viene coltivato alle pendici del Gran Sasso, dove l’escursione termica giorno-notte è ragguardevole, soprattutto in estate. Da esso si produce un vino con caratteristiche uniche, sia nella versione ferma che in quella spumantizzata con il metodo classico. La Passerina inizialmente coltivata nel Teramano, nei comuni di Controguerra e limitrofi, fino ad oltre Giulianova, è oggi presente in tutta la regione. Il Trebbiano d’Abruzzo è noto per la sua grande acidità e viene di solito usato come taglio per conferire freschezza agli uvaggi. La Cococciola è un vitigno a bacca bianca, con acino grosso della provincia di Chieti, coltivato in particolare nei comuni di Vacri e Villamagna. Il Pecorino è tipico della dorsale Piceno-Aprutina, sebbene la sua origine sembri essere quella dei comuni montani quali Visso, Arquata del Tronto e limitrofi. Il Sangiovese è immancabile anche in Abruzzo, come in tutte le regini del centro Italia. Tra i vitigni internazionali a bacca bianca, Chardonnay, Pinot bianco e Pinot grigio e Merlot, Cabernet franc e Cabernet sauvignon a bacca nera.

Le Denominazioni di Origine dell'Abruzzo

Tra le denominazioni di origine dei vini dell’Abruzzo, la più famosa è la Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane DOCG , il cui vino rispetto al corrispondente Montepulciano d’Abruzzo DOC deve fare un anno di maturazione in legno prima dell’immissione sul mercato. Dal Montepulciano si ottiene inoltre il rosato Cerasuolo d’Abruzzo DOC, fruttato, fresco, morbido, di buon corpo e di facile beva, che accompagna tutti i piatti.

Altre DOC della regione sono il Trebbiano d’Abruzzo DOC, il Controguerra DOC (con le sue diverse tipologie di prodotto che vanno dal passito allo spumante, con vitigni autoctoni o internazionali, puntando tutto sulla territorialità del prodotto visto che i comuni interessati sono solo cinque). Recentemente è stata introdotta una ulteriore denominazione, la Abruzzo DOC, che include tutti i vitigni autoctoni del territorio abruzzese, anche nella tipologia spumanti e passiti.

In Abruzzo vi sono due denominazioni DOCG, la già menzionata Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane DOCG, e la Terre Tollesi o Tullum DOCG, creata nel 2019 dalla preesistente DOC, 7 denominazioni DOC e 8 IGT. Vi sono inoltre 6 denominazioni DOP agroalimentari, di cui 4 solamente per l’Olio Extravergine di Oliva, produzione importantissima che affianca quella dei vini. Da segnalare lo Zafferano dell’ Aquila DOP e una sola IGP agroalimentare.

Le Zone Vinicole dell'Abruzzo

L’Abruzzo, dal punto di vista della vitivinicoltura, può essere diviso in due zone distinte:

Il Teramano

Scendendo da nord verso sud, in provincia di Teramo, c’è l’area storica del Montepulciano, rappresentata dalla DOCG Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane, nei cui vini il Montepulciano può essere accompagnato da un massimo del 10% in Sangiovese. Il vino deve essere sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento di un anno, tre anni per la versione riserva. Inclusa nell’area più a nord della denominazione, a confine con la regione Marche, la zona della DOC Controguerra. Il Montepulciano (min.70%) è alla base dei vini rossi, rosato, novello e passito. Il bianco, fermo, passito e spumante, ha invece come base il vitigno Trebbiano (toscano e/o abruzzese), molto diffuso su tutto il territorio. I vini varietali della denominazione impiegano sia vitigni autoctoni, tra i quali Pecorino e Passerina, che internazionali, come Cabernet, Merlot e Chardonnay. Le denominazioni Montepulciano d’Abruzzo DOC e Trebbiano d’Abruzzo DOC abbracciano quasi tutta la regione, fatta eccezione per le zone interne montuose dei massicci del Gran Sasso, del Velino e della Majella, che arrivano a sfiorare i 3000 m di altitudine. Le due denominazioni sono riservate ai vini varietali prodotti a partire dagli omonimi vitigni, anche nelle tipologie superiore e riserva. Il Montepulciano è anche alla base di uno dei più famosi vini rosati d’Italia, il Cerasuolo d’Abruzzo DOC, prodotto nella stessa area DOC del Montepulciano e apprezzato per la sua delicatezza e la sua struttura.

Il Pescarese e il Teatino

La provincia di Pescara esprime il suo Montepulciano, anche nella tipologia riserva, nelle due sottozone della DOC Montepulciano d’Abruzzo, Terre dei Vestini e Casauria. Nelle stesse zone, nel contesto della DOC Trebbiano d’Abruzzo, anche il Trebbiano raggiunge i massimi vertici dell’eccellenza, con le tipologie base, superiore e riserva. Terre dei Peligni e Alto Tirino sono le due sottozone situate in provincia dell’Aquila, con i loro vigneti situati in aree pedemontane, ai piedi dei più alti massicci dell’Italia centrale. La sottozona Teate interessa invece la provincia di Chieti, che è anche sede della seconda, molto recente, DOCG della regione, la Terre Tollesi o Tullum, creata nel 2019 a partire dalla preesistente DOC. La zona della denominazione circonda Tollo, una piccola città collinare a 5 km dalla costa adriatica. La denominazione comprende quattro tipologie di vino, due bianchi, basati sui vitigni autoctoni Passerina e Pecorino, due rossi, la versione base e riserva, entrambi basati sul Montepulciano, e uno spumante bianco a base di Chardonnay (min.60%). La provincia di Chieti è la più importante dal punto di vista vitivinicolo, in quanto concentra più dell’80% della produzione della regione. Oltre alla già menzionata Terre Tollesi o Tullum, DOCG, ospita anche la DOC Ortona, sulla sponda adriatica, con una tipologia di vino rosso, dal vitigno Montepulciano, e una di bianco da Trebbiano. Infine, sempre in provincia di Chieti, troviamo la DOC Villamagna, situata in collina subito a sud del capoluogo, con un vino rosso a base di Montepulciano, presente anche con la versione riserva.

 

La Cucina tradizionale dell'Abruzzo

Il pane e i prodotti da forno ricoprono un ruolo di rilievo nella gastronomia regionale dell’Abruzzo, con un vasto assortimento di prodotti quali il pane di mais, la ricca Pizza di Pasqua, il pane con le patate e la panonta, preparata con un impasto unto nell’olio di frittura della pancetta.

Fra i primi piatti ricordiamo i celebri spaghetti alla chitarra (noti anche come tonnarelli o maccheroni alla chitarra), pasta all’uovo a sezione quadrata diffusa anche nel Molise e in Puglia. In Abruzzo gli spaghetti alla chitarra vengono tradizionalmente accompagnati da ricchi sughi a base di carni miste. Le scrippelle,originarie dell’area limitrofa a Teramo, sono frittatine sottilissime simili alle crêpes francesi. Possono essere servite cosparse di pecorino e immerse nel brodo di pollo, farcite con carne e cotte al forno, o costituire la base di gustosi timballi.

Tra i piatti di carne ricordiamo i classici arrosticini di pecora, semplici dadini di carne ovina disposti su uno spiedino e cotti sulla brace.La produzione locale di formaggi offre diverse varietà di pecorino, caciotte e mozzarelle; fra i salumi spiccano invece le diverse tipologie di salsicce di fegato di maiale.

Tra i dolci, accanto alle diverse tipologie di taralli, troviamo i bocconotti, le ferratelle, il pan ducale, il fiadone e i torroni. I confetti di Sulmona godono di fama mondiale.

La Guida Vini di Quattrocalici