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Il corso sul vino di Quattrocalici - Il Vino nel mondo

Armenia

La nascente industria del vino in Armenia, famosa per il suo brandy, fa perno su una straordinaria ricchezza di vitigni autoctoni.

il vino in armenia

L’Armenia è un piccolo paese di circa 3 milioni di abitanti, uno dei pochi senza sbocco sul mare, situato a sud del Caucaso e famoso soprattutto per i suoi brandy, che assorbono la maggior parte delle uve prodotte. La sua nascente industria vinicola fa perno su una straordinaria ricchezza di vitigni autoctoni.

La Storia del Vino in Armenia

L’Armenia viene considerata uno dei paesi “culla” del vino, dal quale la vitis vinifera si è diffusa verso ovest, nel continente europeo, a partire da oltre 7000 anni fa. Quando nel 400 a.C. le armate greche di Senofonte attraversarono l’Armenia, dirette a Babilonia, fecero conoscenza con i vini e la birra prodotti localmente, ma scavi archeologici hanno confermato la presenza di centri di vinificazione già nel IX-X secolo a.C. L’era moderna del vino risale al periodo in cui l’Armenia era parte dell’Unione Sovietica. Negli anni ’80 essa forniva il 25% del brandy prodotto nell’intera nazione, ma in seguito si iniziò a produrre localmente anche vino e spumanti. Oggi, in molti casi, piccoli produttori vinificano ancora usando tecniche antiche, e conservano il vino in anfore interrate (“karasi”), anche se le botti in rovere si stanno rapidamente diffondendo.

Geografia del vino e clima in Armenia

Nonostante la sua posizione tra il Mar Nero e il Mar Caspio, il clima nelle zone vitate dell’Armenia è secco e decisamente continentale. A sud vi sono alte montagne, mentre a nord territori più pianeggianti. I vigneti si trovano a quote tra i 500 e i 1500 m slm, cosa che comporta elevate escursioni termiche giorno-notte. La scarsa piovosità della zona rende necessario l’uso di metodi di irrigazione efficienti, l’introduzione dei quali ha permesso alla viticoltura armena di raggiungere livelli di produzione commercialmente accettabili.

Vitigni e vini in Armenia

In Armenia vi sono oltre 500 vitigni autoctoni, anche se solo circa 30 sono utilizzati per la produrre vino. La produzione di brandy ha fatto sostituire molte antiche varietà a bacca nera con uve bianche, anche se con la vinificazione si sta assistendo ad un’inversione di questa tendenza. Tra le uve a bacca bianca utilizzate per il vino hanno una certa importanza il Chilar, impiegato soprattutto per i vini da dessert, il Lalvari, usato nella spumantizzazione, e il Voskehat, che produce vini corposi di vari livelli di dolcezza. Le varietà a bacca nera più importanti includono l’Areni noir, che dà vini freschi dal colore intenso, il Kakhet, i cui vini sono più intensi e fruttati, e il Khndogni, che dà vini più tannici ed adatti all’invecchiamento.

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Marcello Leder

Sommelier AIS, divulgatore nel campo del vino e dell'enogastronomia. Ha fondato nel 2011 il portale Quattrocalici, divenuto punto di riferimento per la cultura del vino in Italia, ed è autore della sua struttura e di tutti i suoi contenuti.

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