L’Abruzzo, dal punto di vista della vitivinicoltura, può essere diviso in due zone distinte:
Il Teramano
Scendendo da nord verso sud, in provincia di Teramo, c’è l’area storica del Montepulciano, rappresentata dalla DOCG Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane, nei cui vini il Montepulciano può essere accompagnato da un massimo del 10% in Sangiovese. Il vino deve essere sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento di un anno, tre anni per la versione riserva. Inclusa nell’area più a nord della denominazione, a confine con la regione Marche, la zona della DOC Controguerra. Il Montepulciano (min.70%) è alla base dei vini rossi, rosato, novello e passito. Il bianco, fermo, passito e spumante, ha invece come base il vitigno Trebbiano (toscano e/o abruzzese), molto diffuso su tutto il territorio. I vini varietali della denominazione impiegano sia vitigni autoctoni, tra i quali Pecorino e Passerina, che internazionali, come Cabernet, Merlot e Chardonnay. Le denominazioni Montepulciano d’Abruzzo DOC e Trebbiano d’Abruzzo DOC abbracciano quasi tutta la regione, fatta eccezione per le zone interne montuose dei massicci del Gran Sasso, del Velino e della Majella, che arrivano a sfiorare i 3000 m di altitudine. Le due denominazioni sono riservate ai vini varietali prodotti a partire dagli omonimi vitigni, anche nelle tipologie superiore e riserva. Il Montepulciano è anche alla base di uno dei più famosi vini rosati d’Italia, il Cerasuolo d’Abruzzo DOC, prodotto nella stessa area DOC del Montepulciano e apprezzato per la sua delicatezza e la sua struttura.
Il Pescarese e il Teatino
La provincia di Pescara esprime il suo Montepulciano, anche nella tipologia riserva, nelle due sottozone della DOC Montepulciano d’Abruzzo, Terre dei Vestini e Casauria. Nelle stesse zone, nel contesto della DOC Trebbiano d’Abruzzo, anche il Trebbiano raggiunge i massimi vertici dell’eccellenza, con le tipologie base, superiore e riserva. Terre dei Peligni e Alto Tirino sono le due sottozone situate in provincia dell’Aquila, con i loro vigneti situati in aree pedemontane, ai piedi dei più alti massicci dell’Italia centrale. La sottozona Teate interessa invece la provincia di Chieti, che è anche sede della seconda, molto recente, DOCG della regione, la Terre Tollesi o Tullum, creata nel 2019 a partire dalla preesistente DOC. La zona della denominazione circonda Tollo, una piccola città collinare a 5 km dalla costa adriatica. La denominazione comprende quattro tipologie di vino, due bianchi, basati sui vitigni autoctoni Passerina e Pecorino, due rossi, la versione base e riserva, entrambi basati sul Montepulciano, e uno spumante bianco a base di Chardonnay (min.60%). La provincia di Chieti è la più importante dal punto di vista vitivinicolo, in quanto concentra più dell’80% della produzione della regione. Oltre alla già menzionata Terre Tollesi o Tullum, DOCG, ospita anche la DOC Ortona, sulla sponda adriatica, con una tipologia di vino rosso, dal vitigno Montepulciano, e una di bianco da Trebbiano. Infine, sempre in provincia di Chieti, troviamo la DOC Villamagna, situata in collina subito a sud del capoluogo, con un vino rosso a base di Montepulciano, presente anche con la versione riserva.