La degustazione del Marsala. Il Marsala è uno dei patrimoni dell’enologia italiana, nonostante la sua fama sia oggi piuttosto offuscata. Il Marsala può considerarsi a tutti gli effetti come uno Sherry italiano. Come per lo Sherry, una volta vinificate le uve si può aggiungere mosto cotto, acquavite o acquavite e mosto cotto, mentre se è un Marsala Vergine non viene aggiunto nulla, grazie alla sua gradazione naturale che può arrivare ai 18 gradi. A questo punto il vino viene portato in botti da 400 litri, lasciate scolme per 1/4 e accatastate su 3 file poste una sopra l’altra, secondo il metodo soleras. Il vino dell’ultima vendemmia si aggiunge allo strato più in alto, dopo che una parte del vino precedente è stato trasferito allo strato inferiore. Con il tempo il vino parzialmente evapora, si riduce, si ossida e si concentra. Il vino viene prelevato dal livello più vicino al suolo (solera). Questo ciclo continua all’infinito, ogni annata si mescola alla precedente, creando un’armonia organolettica di incredibile complessità, con un misto di profumi speziati, maturi, erbacei e salati che rendono questo vino praticamente unico.