Il vitigno Damaschino, autoctono Sicliano a bacca bianca, ha origini antiche ed incerte, anche se il nome potrebbe riferirsi alla città di Damasco, e quindi farebbe ipotizzare un’origine Siriana. Si ipotizza sia giunto in Sicilia, in particolare nell’area di Trapani, durante la dominazione araba. Per la prima volta il Damaschino viene citato nel 1868 ad opera del Mendola, noto ampelografo agrigentino . Il Damaschino fu utilizzato nella ricostruzione dei vigneti dell’area Marsalese colpiti dalla fillossera, ed il suo vino era particolarmente ricercato come ideale abbinamento con i piatti di pesce. In seguito il Damaschino è stato via via sostituito dal Catarratto, più resistente alla peronospora e al marciume e dal Grillo, altro vitigno chiave dell’enologia Siciliana.
Tradizionalmente, il Damaschino viene utilizzato nella produzione dei vini fortificati Marsala, ma lo si può anche trovare miscelato con altri vitigni bianchi dell’isola per produrre vini bianchi secchi. In assemblaggio con il Catarratto produce un vino dal colore giallo paglierino, e dai profumi fruttati. Se fortificato come Marsala, il Damaschino può essere dolce o secco, a seconda dello stile di vinificazione, ma anche in questo caso raramente lo si trova in purezza. Un vino varietale da uve Damaschino è contemplato dalla Delia Nivolelli DOC, anche se gli esempi reali sono piuttosto rari da incontrare.