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Il corso sulle birre di Quattrocalici

Brett Beer

La Brett Beer fa parte di una categoria di birre conosciuta come "Wild Ales", in particolare si tratta di una American Wild Ale.
brett beers

La Brett Beer e la sua origine

La Brett Beer fa parte di una categoria di birre conosciuta come “Wild Ales“, in particolare si tratta di una American Wild Ale. La parola “Wild” non significa che queste birre siano necessariamente a fermentazione spontanea, ma piuttosto che le loro proprietà organolettiche siano influenzate da microrganismi diversi dai tradizionali lieviti Saccharomyces cerevisiae. Il termine Brett è l’abbreviazione di Brettanomiceti, un genere di lieviti che comprende cinque specie differenti: B. custersianus, B. naardenensis, B. nanus, B. anomalus e B. bruxellensis. Di queste, le ultime due sono più spesso presenti nei vini. Il Brettanomyces è quindi molto importante sia per la birrificazione che per la vinificazione. Esso venne scoperto dal laboratorio Carlsberg nel 1904, durante studi compiuti sulle birre britanniche Ale, da cui il nome che gli fu attribuito e che significa “fungo britannico”. Le moderne Brett beers sono una interpretazione americana moderna delle tradizionali Belgian wild ales, e sono diventate famose dopo il 2000, con il diffondersi della birrificazione artigianale.

La degustazione delle Brett beers

Le Brett beers rappresentano una variazione interessante nel contesto delle American Wild Ales, e gli aromi bizzarri che le caratterizzano sono in genere limitati agli esempi prodotti con il 100%  di lieviti Brett.

Le Brett beers alla vista

L’aspetto delle Brett beers varia a seconda dello stile di vinificazione, con trasparenza che dipende sia dal processo di produzione che dagli ingredienti utilizzati. Una certa velatura è abbastanza comune.

Le Brett beers all’olfatto

L’aroma delle Brett beers dipende largamente dallo stile di vinificazione. In generale si può dire che le birre più giovani hanno note più fruttate (ad esempio, frutta tropicale, frutta a nocciolo, o agrumi), ma questo è dipende molto dal ceppo o ceppi di Brett utilizzati. Le birre 100% Brett sono molto luppolate, con varietà di luppolo americane, per cui gli aromi fermentativi sono spesso difficili da distinguere da quelli del luppolo. Le birre 100% Brett più vecchie  possono iniziare a sviluppare un po’ di “puzzette”, ad esempio, da cortile, o da fieno umido, o note leggermente terrose o fumose, o eteree, come di cerotto, acetone, formaggio. Se la birra viene fermentata con un lievito di birra in aggiunta a Brett, gli aromi più stravaganti vengono mascherati, ma senza mai scomparire completamente.

Le Brett beers al palato

Le Brett beers sono birre solitamente abbastanza leggere, più di quello che si sarebbe portati a pensare, ma una corposità troppo lieve è comunque un difetto. La carbonatazione va da moderata ad alta, e la ritenzione del cappello di schiuma è variabile. Anche il gusto delle Brett beers varia a seconda dello stile, da un livello di percettibilità minimo all’aggressivo. Sono birre sempre leggermente aspre, ma mai veramente acide, tanto meno da acido acetico o lattico. Sono birre spesso secche e croccanti, a causa dell’elevata attenuazione indotta dal Brett.

Gli ingredienti per la produzione delle Brett beers

In generale, qualsiasi stile base di birra, con qualunque tipo di fermentazione, può venir fermentato aggiungendo dei lieviti Brett, di uno o più ceppi diversi. In alternativa, possiamo trovare delle birre fermentate al 100% con lieviti Brett.

Le più conosciute Brett beers in commercio

Gli esempi commerciali delle Brett beers più famose includono la Boulevard Saison Brett, Hill Farmstead Arthur, Logsdon Seizoen Bretta, Russian River Sanctification, The Bruery Saison Rue, Victory Helios (tutte americane).

(Fonte: BJCP Style Guidelines, edizione 2015)
Marcello Leder
Marcello Leder

Laureato in Chimica, Sommelier AIS. Si interessa di biochimica ed enologia, di enografia e storia del vino e della vite, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti che legano la produzione vitivinicola al territorio e alla vicende umane. Ha fondato Quattrocalici nel 2011 ed è l'autore della struttura e del progetto del portale e di tutti i suoi contenuti. Fin da allora si occupa attivamente di marketing e comunicazione del vino e di divulgazione nel campo dell'enogastronomia.

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