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Le Denominazioni di Origine delle Marche

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Le Denominazioni del Vino delle Marche

Le Denominazioni di Origine per il vino nelle Marche includono, a partire dalla zona del Metauro, la Bianchello del Metauro DOC, basata sul vitigno Biancame e quella dei Colli Pesaresi Pesaresi DOC, con i vitigni Bianchello e Sangiovese. La zona dei Castelli di Jesi è vocata al vino Verdicchio, con la denominazione Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC e la Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva DOCG. Sempre al Verdicchio sono dedicate, in provincia di Macerata, le denominazioni Verdicchio di Matelica DOC e Verdicchio di Matelica Riserva DOCG. La zona costiera attorno al promontorio del Conero è invece vocata ai vini rossi prodotti a partire dal vitigno Montepulciano, con la denominazione Conero DOCG e Rosso Conero DOC. L’area appenninica del comune di Serrapetrona è nota per i vini spumanti a base del vitigno Vernaccia Nera (Vernaccia di Serrapetrona DOCG). Più giù la zona di Macerata, con la denominazione Colli Maceratesi DOC, con vini bianchi a base del vitigno Maceratino, clone del Verdicchio. I Colli del Tronto e i Colli Ascolani sono conosciuti per la denominazione Rosso Piceno DOC, con i vini a base del vitigno Montepulciano, e la Falerio DOC, i cui vini si producono con le uve dei vitigni Trebbiano Toscano, Passerina, e Pecorino.

Tutte le Denominazioni di Origine delle Marche

Le Denominazioni di Origine Agroalimentari delle Marche

Nelle Marche vi sono sei prodotti agroalimentari che si fregiano della denominazione DOP, la Casciotta d‘Urbino, il Prosciutto di Carpegna, l’Olio extravergine di oliva Cartoceto, l’Oliva Ascolana del Piceno, il Formaggio di fossa di Sogliano e gli onnipresenti Salamini italiani alla cacciatora. Il riconoscimento della Denominazione di Origine DOP, per un prodotto agroalimentare, è il livello di qualità più elevato, in quanto sancisce il legame indissolubile tra le caratteristiche intrinseche del prodotto stesso e l’ambiente geografico ,comprensivo dei fattori naturali e umani, in cui esso viene ottenuto.

I Prodotti a denominazione IGP hanno in comune con i DOP il sistema di controlli, basato sulla verifica del rispetto dei disciplinari di produzione da parte di organismi indipendenti, a garanzia della qualità per il consumatore. Anche le IGP hanno un forte legame con l’ambiente, ma hanno meno vincoli di natura geografica, non essendo richiesto dai disciplinari che tutte le fasi del processo produttivo si svolgano necessariamente nell’area di riferimento.

I prodotti agroalimentari a marchio IGP delle Marche sono il Vitellone bianco dell’Appennino centrale, i Maccheroncini di Campofilone, l’Agnello del Centro Italia, la Patata rossa di Colfiorito, l’Olio Marche IGP e il Ciauscolo, oltre alla Mortadella di Bologna e dalla Lenticchia di Castelluccio di Norcia che, anche se non come zona storica, possono venir prodotte nel territorio della regione.

Nelle Marche vi sono anche 154 prodotti tradizionali, alcuni dei quali sono molto conosciuti anche se non oggetto di una specifica denominazione. Alcuni di essi sono le Mele rosa dei Monti Sibillini, il Pecorino dei Monti Sibillini, la Cicerchia di Serra de’ Conti, il Salame di Fabriano, il Carciofo di Montelupone e il Lonzino di fico. Altri prodotti tipici, come il Mosciolo selvatico di Portonovo, l’Anice verde di Castignano, il Fagiolo di Laverino e la Fava di Fratte Rosa, sono oggetto di altrettanti “presidi” istituiti dall’Associazione Slow Food, per la salvaguardia e lo sviluppo economico delle produzioni di nicchia delle Marche.

Elenco delle Denominazioni Agroalimentari delle Marche

La Guida Vini di Quattrocalici