I vitigni coltivati in Lombardia sono, nella maggior parte dei casi, rappresentativi del territorio nel quale vengono coltivati.
In Valtellina, dove si coltivano soprattutto varietà a bacca nera, il vitigno principale è il Nebbiolo, qui chiamato Chiavennasca. Altri vitigni autoctoni, sempre a bacca nera, sono la Pignola, la Rossola nera, la Brugnola (conosciuta in Emilia come Fortana o Uva d’Oro), tutti a bacca nera, raramente vinificati in purezza e che rientrano nell’uvaggio dei vini classici di Valtellina.
Nell’Oltrepò Pavese, il vitigno più diffuso è la Barbera, seguito da Croatina, Bonarda e Uva Rara. In Oltrepò Pavese una menzione particolare merita il Pinot Nero, usato in purezza sia per vini fermi, che per la spumantizzazione con il metodo classico (blanc de noirs). I vitigni a bacca bianca qui coltivati sono il Riesling Italico, i Moscati e le Malvasie.
La Franciacorta, nella zona del Lago di Iseo, è nota per la coltivazione dei vitigni Pinot Nero, Pinot Bianco e Chardonnay, utilizzati per la produzione degli spumanti a metodo classico della DOCG. Lo Chardonnay si utilizza anche per i vini fermi della DOC Curtefranca, assieme al Pinot bianco, al Cabernet sauvignon e al Merlot. Sulle sponde bresciane del Lago di Garda e sui Colli Mantovani si coltivano i vitigni Groppello, Barbera, Marzemino e Sangiovese.
Croatina e Barbera sono i vitigni di origine italiana maggiormente coltivati nella regione, assieme all’Uva rara nell’Oltrepò Pavese.
Per quanto riguarda i vitigni internazionali, il Pinot nero, la cui coltivazione è diffusa soprattutto nell’Oltrepò Pavese e in Franciacorta, è il vitigno internazionale con la maggior superficie vitata in Lombardia, con 2.900 ha, circa il 13% del totale. Sempre in Oltrepò Pavese si coltivano anche il Riesling Italico e il Pinot grigio. Lo Chardonnay si trova soprattutto in Franciacorta, nella zona del Lago d’Iseo, assieme al Pinot bianco, al Cabernet sauvignon e al Merlot.
