Il Moscato di Scanzo è un vitigno presente esclusivamente in Lombardia e la sua zona tipica di produzione è intorno al comune di Scanzorosciate nella Valcalepio, in provincia di Bergamo. È l’unico vitigno autctono della provincia di Bergamo e la sua peculiarità è il fatto di essere uno dei pochi esempi di varietà Moscato a bacca nera. Il vitigno Moscato di Scanzo è di origini molto antiche ed è stato probabilmente portato sui colli di Scanzorosciate dalle legioni romane, ricompensate delle vittorie riportate sui Galli con terreni coltivabili nella zona del Bergamasco. Pare che le sue origini siano ancora più remote, probabilmente addirittura elleniche. Il Moscato di Scanzo appartiene alla vasta famiglia dei Moscati, vitigni aromatici il cui nome deriva da “muscum“, muschio, il cui aroma caratteristico si ritrova nell’uva.
In seguito alla crisi post-fillosserica all’inizio del XX secolo, la coltivazione del Moscato di Scanzo si ridusse enormemente e negli anni ’70 si rischiò l’estinzione della varietà. A partire dagli anni ’80 la coltivazione del Moscato di Scanzo, che prima di allora era presente solo a livello amatoriale, registrò un notevole incremento, anche grazie al lavoro di selezione clonale che lo portò all’iscrizione nel Registro delle varietà di vite da vino nel 1981.
Dall’appassimento e vinificazione dei grappoli si ottiene il Moscato di Scanzo DOCG. La denominazione di origine Moscato di Scanzo DOCG nasce nel 2009, della DOC creata nel 2002 (prima ancora era una sottozona della Valcalepio DOC). I vini Moscato di Scanzo sono caratterizzati da un colore rosso rubino intenso, intenso, corposo e da un intenso profilo aromatico. Gli esempi più fini hanno un aroma che ricorda la salvia secca e la rosa, le ciliegie nel maraschino, il miele di acacia e sono impreziositi da una nota speziata dolce di cannella, chiodi di garofano e liquirizia. Al palato i vini Moscato di Scanzo sono persistentemente dolci e hanno un’intensità ricca, simile a quella del Porto. Il vitigno Moscato si Scanzo ha foglia media e pentalobata, il suo grappolo è medio, alato e spargolo. L’acino è ovale, di grandezza media e di colore nero-blu, ricoperto di abbondante pruina. Predilige terreni collinari asciutti e ben esposti e raggiunge i migliori risultati qualitativi quando viene coltivato sui “Sass de la Luna“, una formazione calcareo marnosa di colore grigio azzurro che affiora nel bacino lombardo.