Il Groppello di Santo Stefano è una delle varietà appartenenti al gruppo dei vitigni Groppello, diffusi principalmente in Lombardia, nella zona collinare della Valtènesi, lungo la sponda occidentale del Lago di Garda. Considerato una varietà minore rispetto al più pregiato Groppello Gentile, il Groppello di Santo Stefano è comunque apprezzato per la sua capacità di adattarsi ai terreni calcareo-argillosi tipici di questa regione vinicola.
Storicamente coltivato nelle vicinanze della località Santo Stefano, da cui prende il nome, presenta caratteristiche morfologiche simili agli altri Groppelli, con grappoli piccoli e molto compatti, formati da acini tondi e dalla buccia sottile. Questa peculiarità lo rende sensibile a problematiche di tipo fitosanitario, come muffe e marciumi, richiedendo pertanto una gestione agronomica accurata, basata su interventi mirati e rigorosi durante la fase vegetativa.
Sotto l’aspetto enologico, il Groppello di Santo Stefano produce vini dal colore rosso rubino tenue e moderata concentrazione cromatica. Al naso dominano delicate note fruttate, soprattutto di ciliegia fresca, ribes e lampone, arricchite talvolta da sfumature floreali. Al palato si distingue per leggerezza e freschezza, con una trama tannica discreta e acidità evidente, caratteristiche che ne facilitano la beva e la rendono particolarmente adatta per vini giovani e di pronta consumazione.
Tradizionalmente, il Groppello di Santo Stefano non viene quasi mai vinificato in purezza, ma utilizzato prevalentemente come componente complementare nelle denominazioni locali, tra cui la DOC Riviera del Garda Classico, contribuendo alla definizione del carattere fragrante e agile tipico dei vini rossi e rosati della zona, compreso il noto “Chiaretto“.
Sebbene il Groppello di Santo Stefano non abbia mai raggiunto una diffusione commerciale ampia, rimane un importante elemento di biodiversità viticola della Valtènesi, testimoniando la varietà genetica e la ricchezza storica della viticoltura gardesana.