In realtà, il Calabrese autentico è una varietà distinta, diffusa soprattutto nelle province di Cosenza e Reggio Calabria, dove ha costituito la base tradizionale dei rossi locali. È un vitigno di origini molto antiche, probabilmente già coltivato in epoca magno-greca, quando la regione — nota come “Enotria” — era celebre per i suoi vini scuri e corposi, apprezzati in tutto il Mediterraneo. Nel corso del Novecento il Calabrese è stato progressivamente sostituito da varietà più produttive, ma a partire dagli anni Novanta è stato oggetto di un rinnovato interesse, grazie al lavoro di recupero dei vitigni autoctoni portato avanti da ricercatori e produttori calabresi.
Dal punto di vista culturale, il Calabrese rappresenta un simbolo di identità regionale e di continuità storica. È un vitigno che racconta la tradizione vitivinicola calabrese più autentica, radicata nei suoli argillosi e calcarei delle colline interne e nell’antico sapere contadino. La sua riscoperta testimonia il desiderio della Calabria di affermare la propria personalità enologica attraverso varietà locali, capaci di esprimere la complessità del territorio e il carattere solare del Sud Italia.
Zone di coltivazione
Il Calabrese è coltivato in diverse zone della Calabria, con maggiore presenza nelle province di Cosenza, Crotone e Reggio Calabria. Si trova in purezza o in assemblaggio in denominazioni come Cirò DOC, Scavigna DOC, Melissa DOC e Bivongi DOC, dove viene spesso vinificato insieme al Gaglioppo, con cui condivide affinità aromatiche e agronomiche. Nelle aree interne, come la Valle del Crati e il Marchesato Crotonese, si esprime con particolare eleganza e profondità.
Fuori dalla Calabria, piccole quantità di Calabrese sono coltivate anche in Sicilia orientale, dove è talvolta confuso con il Nero d’Avola. Il vitigno si adatta bene ai terreni collinari argilloso-calcarei e ai climi caldi e asciutti, ma con buone escursioni termiche, che favoriscono la formazione dei composti aromatici. È resistente ai venti e alla siccità, qualità che ne spiegano la persistenza nei contesti viticoli più difficili del Mezzogiorno.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Calabrese è di vigoria medio-elevata, con portamento semieretto e produzione costante. Le foglie sono di dimensioni medio-grandi, orbicolari o trilobate, con lembo verde scuro e superficie leggermente ondulata. Il grappolo è medio, compatto, di forma conico-cilindrica o piramidale, spesso con una o due ali. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia spessa e consistente di colore blu-nero intenso, ricca di pruina. La polpa è succosa, dolce, con sapore neutro. Germoglia in epoca media e matura nella seconda metà di settembre.
Il vitigno si distingue per l’elevato contenuto in antociani e tannini fini, che conferiscono ai vini colore profondo e struttura equilibrata. La sua capacità di mantenere un buon livello di acidità anche nei climi caldi lo rende particolarmente adatto alla produzione di vini rossi armoniosi e longevi.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Calabrese si adatta bene ai terreni collinari ben esposti e asciutti, con composizione prevalentemente argillosa o calcarea. È un vitigno rustico e resistente, capace di tollerare la siccità e i venti caldi, mentre può soffrire in terreni troppo fertili o umidi, che ne favoriscono un’eccessiva vigoria a scapito della concentrazione aromatica. Le forme di allevamento più diffuse sono il cordone speronato e il tradizionale alberello, con potature corte per contenere la produttività e favorire la maturazione fenolica. Le rese variano generalmente tra 70 e 100 quintali per ettaro, ma i migliori risultati qualitativi si ottengono con produzioni più contenute.
È un vitigno regolare e costante, con buona resistenza alle malattie fungine e alle alte temperature. La sua versatilità lo rende adatto sia a vinificazioni in purezza sia in assemblaggi con altre varietà autoctone, come Magliocco o Gaglioppo, con cui si integra perfettamente sul piano aromatico e strutturale.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Calabrese producono mosti di buona intensità colorante e con un equilibrio ideale tra zuccheri, acidità e sostanze fenoliche. La vinificazione avviene in acciaio inox con macerazioni di durata media, ma il vitigno si presta anche a vinificazioni più lunghe per ottenere vini di maggiore struttura. L’affinamento può avvenire in botti di rovere o in barrique, che esaltano la componente speziata e la morbidezza dei tannini. Il profilo aromatico è caratterizzato da note di frutti rossi e neri maturi, prugna, amarena, spezie dolci e un leggero sottofondo balsamico.
In uvaggio, il Calabrese contribuisce a dare corpo, colore e rotondità, smorzando l’austerità del Gaglioppo e arricchendo la complessità complessiva dei vini calabresi. La sua vinificazione in purezza, oggi sempre più frequente, mette in evidenza un vitigno equilibrato, elegante e autentico, capace di esprimere la tipicità mediterranea in chiave raffinata.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Calabrese si presentano di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei da giovani, tendenti al granato con l’evoluzione. Al naso offrono profumi ricchi e avvolgenti di frutti rossi maturi, prugna, mora e amarena, con note di spezie dolci, pepe nero e lievi accenti di macchia mediterranea. Al palato risultano caldi, morbidi e ben equilibrati, con tannini fini e un’acidità equilibrata che conferisce freschezza e armonia.
Le versioni affinate in legno sviluppano complessità e profondità, con aromi di tabacco, cacao e liquirizia, e una struttura capace di sostenere lunghi invecchiamenti. Nelle versioni più giovani, il Calabrese mostra invece un carattere fruttato e immediato, mantenendo sempre eleganza e tipicità.
