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Il corso sul vino di Quattrocalici - Bottiglie e tappi per il vino

Tappi da spumante

I tappi per i vini frizzanti e gli spumanti devono garantire, oltre all’ermeticità, anche la tenuta alla sovrapressione interna dovuta all’anidride carbonica disciolta nel vino.

tappi per spumante

Caratteristiche e funzionalità dei tappi da spumante

I tappi per i vini frizzanti e  gli spumanti devono garantire, oltre all’ermeticità, anche la tenuta alla sovrapressione interna dovuta all’anidride carbonica disciolta nel vino. Tale sovrapressione si trova nel range dai 2,5-4,5 bar (vini frizzanti) ai 6,5 bar e oltre (vini spumanti). E’ chiaro che per ottenere tale risultato il tappo per questi vini dovrà avere particolari caratteristiche di forma ed elasticità. L’elasticità del tappo dovrà essere progressiva dall’alto verso il basso, in moda da fornire la massima tenuta nella zona in prossimità del fondo. Anche il collo della bottiglia dovrà avere una forma allargata verso il basso in modo da favorire l’azione di blocco del tappo nella sua parte inferiore. E’ chiaro che bottiglie per il vino dal collo cilindrico, come la bottiglia bordolese o allungato come la bottiglia renana sono assolutamente inadatte a svolgere questa funzione. La forma che consente l’applicazione di questo tipo di tappi è la bottiglia champagnotta, derivata dalla borgognotta, ma di maggiore spessore e con l’aggiunta di un bordo in rilievo sull’apertura per il fissaggio del tappo a corona, provvisorio nel caso degli spumanti metodo classico, ma anche definitivo per alcuni vini frizzanti o spumanti elaborati con il metodo ancestrale.

Tipologie di tappi per spumante

Tappi per spumante in sughero

tappi per spumante in sughero

I tappi da spumante possono essere del tipo “a fungo” o del tipo “raso“. La forma interna del tappo è la stessa, così come il suo sviluppo a strati. I tappi per spumanti in sughero, sia a fungo che rasi, sono formati da una sezione truciolare superiore, ottenuta da sughero granulare agglomerato, ovvero da pezzettini di sughero incollati insieme, che serve come supporto ad una sezione lamellare inferiore, composta da due rondelle di sughero naturale incollate una sull’altra. che è quella che garantisce la tenuta a pressione. Per produrre il tappo, alla parte superiore in sughero granulare, si aggiungono le due rondelle in sughero naturale, prodotte come i tappi monopezzo. Sulla loro superficie, viene posto uno strato di colla, e le rondelle sono posizionate e pressate da una pinza. Il tappo passa dentro un forno a 80-100°C, da dove esce con gli strati perfettamente saldati.

Tappi per spumante in plastica

Il tappo a fungo si può trovare sia in sughero che in plastica, mentre il tappo raso è solitamente solo in sughero. Il tappo da spumante in plastica assicura la sua tenuta mediante la compressione di una serie di anelli posti in sequenza lungo il suo profilo. Tale tenuta è inferiore rispetto a quella del tappo in sughero, per cui non si vedranno mai spumanti metodo classico chiusi con questo tipo di tappi, solitamente impiegati per vini frizzanti o spumanti charmat di basso prezzo.

Tappatura tradizionale delle bottiglie di spumante

tappatura spumante

Prima dell’utilizzo, il tappo della bottiglia di spumante in sughero è dunque un semplice cilindro, di diametro maggiore del foro della bottiglia. Il tappo è rivestito di un sottile film di paraffina che serve come lubrificante, essenziale per permettere al tappo di scivolare nel collo della bottiglia. Il cilindro viene compresso radialmente, ed inserito nel collo della bottiglia mediante una ulteriore compressione assiale. A questo punto viene aggiunta la gabbietta metallica di chiusura, in un’operazione chiamata “gabbiettatura“, nella quale viene esercitata un’ulteriore compressione, in modo che il tappo si appiattisca leggermente sul bordo della bottiglia e venga racchiuso nella struttura metallica.
Quando stappiamo la bottiglia di spumante, l’estremità inferiore che era compressa all’interno del collo della bottiglia si espande, e rilasciando le sue tensioni si allarga, assumendo l’aspetto di un fungo.

La testa del tappo a fungo aiuta l’apertura del tappo a mano, senza cavatappi, il cui utilizzo potrebbe presentare delle difficoltà nei vini a più alta pressione di anidride carbonica disciolta. Il tappo a fungo è sempre ospitato da una gabbietta in filo d’acciaio, che poggia su di una piastrina che protegge la testa del tappo. La piastrina, detta anche “capsula” serve anche come segno distintivo del produttore e spesso riporta il luogo della cantina o altri disegni e motivi. Esistono collezionisti fanatici di capsule, sia di cantine italiane che francesi.

Un’altra curiosità è che in alcuni stati gli spumanti hanno un’accisa molto più alta rispetto ai vini fermi. In Germania, per esempio, gli spumanti hanno un’accisa doganale aggiuntiva di 1,53 €/litro (1,02€/bottiglia). Cosa distingue uno spumante da un vino fermo, in questo contesto? Il tappo! Infatti il vino imbottigliato con tappo raso non viene considerato spumante ed evita l’accisa.

Tappi a corona

I tappi a corona vengono utilizzati per la chiusura delle bottiglie di alcuni vini frizzanti o vini spumanti prodotti con il metodo ancestrale. Il tappo a corona (crown cork) è costituito da una capsula metallica, che si aggrappa alla bocca (cercine) della bottiglia, dotato di una sottile guarnizione di plastica (nei primi era in sughero), situata sotto la parte metallica interna, che consente la tenuta stagna. Viene fissato tramite una macchina tappatrice manuale o pneumatica, Oltre a fungere da semplice chiusura, nel caso dei vini frizzanti il tappo a corona viene utilizzato come blocco aggiuntivo di un sottostante tappo di sughero o in materiale plastico. Il tappo a corona fu brevettato da William Painter nel 1892 a Baltimora e venne utilizzato in esclusiva dalla Crown Cork and Seal Inc. fino al 1911. Il tappo a corona viene anche usato nella produzione dello spumante metodo classico, come chiusura “provvisoria”. Infatti, dopo l’aggiunta del “liqueur de tirage” il vino viene tappato con un tappo a corona e così rimane durante la lunga permanenza sui lieviti, fino a conclusione del “remoulage” con  la qual cosa i lieviti esausti si depositano sulla “punta” della bottiglia e vengono raccolti nella “bidule“, apposito cilindretto in plastica posto sotto la superficie del tappo.

Marcello Leder
Marcello Leder

Sommelier AIS, divulgatore nel campo del vino e dell'enogastronomia. Ha fondato nel 2011 il portale Quattrocalici, divenuto punto di riferimento per la cultura del vino in Italia, ed è autore della sua struttura e di tutti i suoi contenuti.

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