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Il corso sul vino di Quattrocalici - Viticoltura

Ciclo biologico della vite

Il ciclo biologico e il ciclo annuale della vite e i sottocicli vegetativo e riproduttivo. Gli aspetti legati alla viticoltura e alla produzione del vino.

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La vite e il suo ciclo biologico

Come per tutte le piante, anche per la vite ha il suo ciclo biologico. Possiamo definire per la vite un ciclo vitale, che corrisponde all’arco della vita della pianta e riguarda la sua età, dalla giovinezza fino all’età adulta e alla vecchiaia. Ad esso si affianca un ciclo annuale, che comprende due sottocicli: il sottociclo vegetativo e il sottociclo riproduttivo.

Il ciclo vitale della vite

Parlando di ciclo vitale della vite prenderemo in considerazione le piante originate per talea o innestate e non, ovviamente, quelle generate da seme, che chiaramente hanno un periodo di improduttività abbastanza lungo. Il ciclo vitale della vite parte dunque dal momento dell’impianto e segue lo sviluppo della vite come vigoria vegetativa, sviluppo della produttività fino a raggiungere una fase costante e raggiungimento della fine della vita economica, con la vecchiaia. Le viti ottenute da una porzione di tralcio (talea)  e le piante innestate (barbatelle) hanno un ciclo vitale che corrisponde alle seguenti fasi:

  • periodo improduttivo variabile da 1 a 3 anni, in funzione del tipo di coltura adottato.
  • periodo a produttività crescente: dopo 3 anni la vite ha raggiunto uno sviluppo che le consente di iniziare a produrre frutti (uva), e tale produzione cresce in volume per 2 fino a 4 anni, in base anche agli interventi del viticoltore.
  • periodo di produttività constante: ad un certo punto la pianta raggiunge la sua maturità produttiva e il volume di uva prodotto si stabilizza e rimane costante. Questo periodo può durare fino a 20-25 anni.
  • periodo di vecchiaia: dopo 30-40 anni la pianta inizia a invecchiare decisamente e la sua produttività inizia a calare.

Il ciclo annuale della vite

Il ciclo annuale della vite riguarda le viti in fase produttiva. Esso si suddivide in periodi chiamati “fasi fenologiche“, la cui durata dipende sia dalle caratteristiche genetiche della vite che dalle condizioni ambientali e dalle pratiche colturali a cui la vite è sottoposta. Da una troviamo l’attività vegetativa della vite (sottociclo vegetativo) e dell’altra l’attività riproduttiva (sottociclo riproduttivo), con la produzione di frutti e semi.

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Sottociclo vegetativo delle vite

Il sottociclo vegetativo della vite è dunque suddiviso nelle seguenti fasi:

  • Il cosiddetto “pianto”, fenomeno tipico della vite, caratterizzato dall’emissione di liquido a livello dei tagli di potatura. Il “pianto” è dovuto alla riattivazione del metabolismo degli zuccheri (trasformazione degli amidi in zuccheri semplici) e alla conseguente riattivazione della respirazione cellulare, accompagnato da un elevato livello di assorbimento da parte delle radici, che tocca il massimo proprio in questa fase;
  • Il germogliamento delle gemme;
  • L’accrescimento dei germogli, che raggiunge il massimo a metà giugno (2-4 cm/giorno);
  • Il cosiddetto periodo di “agostamento” o di maturazione dei tralci, durante il quale si ha la lignificazione dei germogli, che fa scompare il colore verde e si viene a formare la corteccia. Questa fase è molto importante per la produzione dell’anno successivo. Infatti una buona lignificazione permette alla pianta di superare meglio l’inverno e influisce anche sul suo ciclo vitale.
  • Con la caduta delle foglie inizia il periodo di riposo, che termina con la ripresa vegetativa dell’anno seguente.
Sottociclo riproduttivo della vite

Il sottociclo riproduttivo della vite si verifica in contemporanea con il sottociclo vegetativo, interessa i germogli fruttiferi della vite e si suddivide nelle seguenti fasi:

  • La differenziazione delle gemme ibernanti (comparsa dei grappolini), che si formano a fine maggio ed iniziano a germgliare;
  • La fioritura, che  avviene tra fine maggio e inizio giugno, con la comparsa e il completo sviluppo dei fiori. Può durare da una settimana a quindici giorni, a seconda delle condizioni ambientali;
  • L’allegagione, ossia i fiori che completano la fecondazione e danno origine a una bacca;
  • L’accrescimento e la maturazione degli acini, a sua volta suddiviso in quattro distinti periodi:
    • il periodo erbaceo (5 settimane), che va dall’allegagione all’invaiatura (inizio del cambio di colore per gli acini). La bacca è verde, gli zuccheri hanno bassa concentrazione e al contrario gli acidi hanno la massima concentrazione; il periodo di maturazione (8-10 settimane, fino a fine agosto circa), con gli zuccheri che passano dal 2% al 20% e gli acidi che passano dai 30 g/l a 6-7 g/l, fintanto che il livello di zucchero rimane costante;
    • il periodo di bacca matura, con un rapporto glucosio/fruttosio (importante per i lieviti in vinificazione) pari a 1. In base all’impiego dell’uva si stabilisce il periodo di giusta maturità per la vendemmia (es. per una base spumante, si raccoglie prima della completa maturazione; per un rosso da invecchiamento si tende a ritardare il più possibile la vendemmia);
    • il periodo di surmaturazione, nel quale la bacca rammollisce ancora, gli acidi diminuiscono ancora di più e gli zuccheri aumentano la loro concentrazione per effetto della disidratazione. Inoltre il fruttosio tende ad avere una concentrazione maggiore rispetto al glucosio e si presenta il rischio di attacco botritico (anche se in alcuni casi la botrite, opportunamente controllata, conferisce pregio all’uva per la produzione di particolari aromi e la concentrazione degli zuccheri).
Marcello Leder
Marcello Leder

Sommelier AIS, divulgatore nel campo del vino e dell'enogastronomia. Ha fondato nel 2011 il portale Quattrocalici, divenuto punto di riferimento per la cultura del vino in Italia, ed è autore della sua struttura e di tutti i suoi contenuti.

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