Il Glossario del vino di Quattrocalici

Terreni vulcanici

Origine del suolo

terreni vulcanici viticoltura

I terreni vulcanici sono molto interessanti dal punto di vista della viticoltura. La loro fine granulometria e la ricchezza in sostanze minerali sono le caratteristiche che li contraddistinguono. Sono terreni che inibiscono la diffusione della fillossera, pertanto è frequente che vi si coltivino viti su piede franco.

I terreni vulcanici sono costituiti dai materiali eruttati da vulcani e che sono accumulati nelle vicinanze dei centri vulcanici dove formano depositi potenti e di forma varia. Date le condizioni genetiche, la maggior parte dei granuli ha una tessitura vetrosa e spugnosa (pomici e ceneri). L’elemento essenziale del magma è la silice, la cui percentuale varia dal 50 al 70%, il resto è composto da una miscela di altre sostanze minerali quali potassio, fosforo, zolfo, calcio, sodio, magnesio e di microelementi quali ferro, manganese, rame e zinco. Nessun altro suolo derivato da matrici calcaree o moreniche o metamorfiche ha una tale ricchezza di minerali.

Queste caratteristiche dei terreni vulcanici si percepiscono immediatamente anche nei vini, che risultano delicatamente minerali al naso e sapidi e freschi nel bicchiere. Esiste quindi una relazione tra questi suoli, composti da basalti, tufi, pomici e la ricchezza gustativa e l’equilibrio che si riscontra normalmente nei vini bianchi prodotti sui terreni vulcanici. E’ però solo negli ultimi anni, e grazie a tecniche di vinificazione in riduzione, che si è riusciti a far sviluppare nei vini  aromi e profumi riconducibili alla mineralità. La grande acidità dona anche ai vini una longevità fuori dal comune.

Tutte le zone caratterizzate dalla presenza di terreni vulcanici sono a fortissima vocazione vitivinicola e se ne ottengono vini di assoluto pregio, in particolar modo bianchi, ma in molti casi anche rossi.

In Italia le principali zone caratterizzate da una viticoltura basata sui terreni vulcanici si trovano, partendo da nord, in Alto Adige, nella zona di Terlano, a Soave, ai piedi dei Monti Lessini e sulla parte collinare dei Colli Euganei, in Toscana, zona di Pitigliano, nel Lazio nell’areale dei Castelli Romani e nelle vicinanze di Orvieto e Montefiascone, a Frascati e nel Viterbese, in Campania a Roccamonfina e nella zona di Galluccio in provincia di Caserta, sul Vesuvio e nei Campi Flegrei, in Basilicata nella zona del Vulture e in Sicilia nell’arcipelago delle isole Eolie, sull’Etna e a Pantelleria. Per finire,  terreni vulcanici si trovano anche in Sardegna, nell’areale di Mogoro, in provincia di Oristano.

Esistono differenze tra i terreni vulcanici della varie zone, dovute sia alla struttura fisica, dai più leggeri come quelli costituiti dalla pomice dell’isola di Salina ai più pesanti ed argillosi dei vigneti dei Lessini e di Soave. Ai tufi di Montefiascone si contrappongono le sabbie di Frascati. Dal punto di vista della composizione chimica, si va da terreni basici, come quelli derivanti dalla degradazione dei basalti, a quelli neutri o più acidi, costituiti da porfidi e graniti, come quelli di Terlano. Per quanto riguarda la loro granulometria si va da quelli ricchi di scheletro dell’Etna alle ceneri sulle quali crescono i vigneti del Vesuvio.

Origine del suolo

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