Il Canaiolo nero, detto anche semplicemente Canaiolo, è un vitigno molto diffuso sia nella zona del Chianti sia in altre province della Toscana. Insieme al Sangiovese e alla Malvasia il Canaiolo faceva parte della ricetta originale del Chianti classico codificata nel 1872 dal Barone Bettino Ricasoli, nelle proporzioni di sette parti di Sangiovese, due di Cannaiolo, una di Malvasia. Agli inizi del 1300 compare nel “Trattato dell’Agricoltura” di Pier de Crescenzi, il quale lo chiamava “Canajuola”, definendolo “bellissima uva e da serbare”. Il nome Canaiolo potrebbe derivare dal latino dies caniculares, il periodo più caldo dell’estate (canicola), dalla fine di luglio alla fine di agosto, quando le uve cambiano colore. Alcuni dei sinonimi di questo vitigno (Canina, Cagnina, Uva dei Cani) possono anche far pensare alla rosa canina o all’ erba canina, forse per la caratteristica nota amarognola del vino che se ne ottiene.
Il Canaiolo nero è tuttora diffuso sia nella zona del Chianti sia in altre province toscane ed è presente in misura minore in alcune regioni confinanti quali Marche, Lazio, Umbria e Liguria. Vinificato in purezza, il Canaiolo dà un vino di colore rosso rubino intenso, elegante, con note floreali ed una buona mineralità. Al palato è di corpo, morbido e vellutato. Per la sua predisposizione ad essere vinificato in uvaggi, soprattutto con il Sangiovese, lo si trova spesso nei disciplinari DOC e DOCG di molti importanti vini rossi della Toscana, come il Chianti, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Torgiano Rosso Riserva, e nelle DOC Carmignano, Colli dell’Etruria Centrale, Montecarlo, Rosso di Montepulciano, San Gimignano.