L’imbottigliamento: Il vino e la bottiglia
L’imbottigliamento del vino può essere visto come la fase conclusiva dei processi di cantina. Con l’imbottigliamento si può dire che il vino “viene alla luce” nella sua forma finale e da qui inizia, o meglio continua, il processo evolutivo che finisce con l’apertura della bottiglia. La criticità dell’imbottigliamento è dovuta alla sua irreversibilità, ossia all’impossibilità di controllare i fenomeni evolutivi all’interno della bottiglia ed eventualmente di intervenire con opportune correzioni. Pertanto è fondamentale assicurare qualità e stabilità al vino prima dell’imbottigliamento e garantire pulizia delle bottiglie e qualità dei tappi.
Le fasi preliminari dell’imbottigliamento del vino
Prima dell’imbottigliamento il vino viene opportunamente analizzato in modo da accertare la rispondenza di parametri quali il contenuto alcolico, l’acidità totale e volatile, l’anidride solforosa libera e totale e la concentrazione di ferro, rame, proteine, batteri e lieviti, tutti fattori importanti per la conservabilità e la stabilità biologica del vino. Per eliminare tracce di proteine ed eventuali cellule di lieviti si può effettuare una filtrazione o un semplice travaso per eliminare i depositi assicurando una migliore stabilità e limpidezza al vino.
L’imbottigliamento del vino: Bottiglie e tappi
La scelta della bottiglia per il vino dipende soprattutto da considerazioni estetiche e di tradizione. Necessità tecniche riguardano il suo spessore (tenuta alla pressione per gli spumanti), mentre il colore è importante perchè fornisce una protezione al vino dai raggi ultravioletti, soprattutto per i vini destinati a essere conservati più al lungo prima del consumo. La forma può essere importante in alcuni casi, come per i vini rossi di lungo affinamento che potrebbero presentare una quantità cospicua di sedimenti. In questo caso risulta utile una bottiglia con spalla pronunciata, come la bordolese, la cui spalla offre un’utile barriera che trattiene eventuali depositi durante la mescita.
Il tappo rappresenta una componente fondamentale per la conservazione del vino. La scelta tradizionale è il tappo in sughero, che comporta il rischio del cosiddetto “odore di tappo“, provocato da una sostanza nota come 2,4,6-tricloroanisolo, o TCA in breve. A fronte di questo, rimane comunque la scelta più indicata per i vini rossi destinati a un lungo periodo di affinamento in bottiglia. E’ consigliabile un tappo di alta qualità, monoblocco (cioè costituito da un unico pezzo di sughero) lungo almeno 45 millimetri. Per i vini bianchi o per i vini di consumo annuale un’ottima scelta è rappresentata dai tappi sintetici, sempre esenti dall’inconveniente dell’odore di tappo o dai tappi in sughero agglomerati, utilizzabili anche per i vini rossi di media maturazione, che hanno il vantaggio di essere molto economici.
Linee di imbottigliamento del vino
Le moderne cantine utilizzano delle linee di imbottigliamento di maggiore o minore dimensione e complessità. Una linea di imbottigliamento completa è attrezzata per compiere i seguenti stadi del ciclo di imbottigliamento:
Il lavaggio delle bottiglie
La prima operazione a cui devono essere sottoposte le bottiglie vuote è il lavaggio, per non compromettere la qualità del vino che vi viene introdotto. Anche le bottiglie nuove presentano infatti polvere e residui che devono essere accuratamente eliminati. A tale scopo si impiegano macchine lavabottiglie che sottopongono le bottiglie ad un ciclo di lavaggio di circa 30 minuti o macchine sciacquatrici rotative, usate per il lavaggio delle bottiglie nuove dove non c’è la necessità di staccare l’etichetta e di sottoporre le bottiglie e lavaggi troppo accurati.
Il riempimento delle bottiglie
Dopo essere state lavate le bottiglie passano al riempimento, una delle attività più delicate di tutta la fase di imbottigliamento perché da essa dipende la stabilità e la corretta conservazione del vino. Le macchine riempitrici variano a seconda del vino da imbottigliare (vino fermo o spumante) e della modalità di riempimento (depressione, gravità, isobarica).
Tappatura e chiusura delle bottiglie
Poi si passa all’inserimento del tappo e della capsula. Le attrezzature enologiche adibite a questa fase dell’imbottigliamento vino sono le tappatrici, le gabbiettatrici e le capsulatrici. Le tappatrici dispongono le bottiglie opportunamente distanziate su di un supporto a stella, cui sono sovrapposte una o più teste tappanti che inseriscono il tappo. Le gabbiettatrici sono utilizzate per inserire nelle bottiglie degli spumanti il classico tappo a fungo e la relativa gabbietta. L’applicazione della capsula in stagno o materiali termoretraibili avviene grazie alle capsulatrici. Le capsule hanno lo scopo di proteggere il tappo consentendo comunque il passaggio di aria, di completare il packaging della bottiglia e permettono di inserire il logo della cantina.
Etichettatura e inscatolamento – bancalizzazione
Infine l’etichettatura viene effettuata dalle etichettatrici che applicano sulle bottiglie le etichette autoadesive o con l’ausilio di colla. Le bottiglie vengono poi imballate in cartoni e poste su pallet, tramite confezionatrici manuali o automatiche.
La conservazione del vino in bottiglia
La cantina ideale è un locale buio ma sufficientemente aerato da prevenire la formazione di muffe. La temperatura dovrebbe essere di circa 15° C, possibilmente costante per tutto l’anno, e l’umidità compresa fra il 60-70%. Temperature inferiori favoriscono la precipitazione di tartrati e la sedimentazione. Le bottiglie destinate all’apertura entro alcuni mesi possono essere conservate anche in posizione verticale, mentre per i vini destinati a lunghi periodi di affinamento è indispensabile che la bottiglia sia conservata in posizione orizzontale. Il contatto con il vino assicura migliore elasticità al sughero del tappo evitando restringimenti che favorirebbero l’ingresso di ossigeno o contaminanti nella bottiglia.