Il vitigno Raboso Veronese è ritenuto autoctono del Veneto, in particolare della provincia di Treviso. Anche se vi sono indubbie similitudini con il Raboso Piave, il Raboso Veronese è un vitigno completamente diverso, come dimostrato da studi sul suo DNA. Probabilmente la somiglianza nell’aspetto delle uve ha determinato la comunione del nome Raboso, anche se il grappolo del Raboso Veronese è più spargolo di quello del Raboso Piave. Il nome “Veronese” non deriva invece dalla provincia omonima, in quanto il vitigno non proviene dalla provincia di Verona, che nemmeno ne rappresenta un territorio d’elezione. Si è arrivati addirittura a pensare che “Veronese” fosse il cognome della persona per prima coltivò nella zona questo vitigno. Anche l’epoca della sua introduzione in Veneto non è nota, sicuramente risulta presente in provincia di Treviso fin dall’inizio dell’Ottocento.
Il Raboso Veronese ha buona resistenza al freddo invernale e la sua predilezione per i terreni di pianura alluvionali e sabbioso-limosi ne hanno decretato la grande diffusione nella pianura padano-veneta. La diffusione del Raboso Veronese coincide abbastanza con quella del Raboso Piave, con il primo presente anche nelle province di Vicenza, Rovigo, Ferrara e Ravenna. La zona d’elezione del Raboso Veronese resta comunque la pianura che si estende lungo il corso del fiume Piave. Il vino che si ottiene dal Raboso Veronese è meno acido e tannico di quello derivato dal Raboso Piave, per cui grazie proprio alla maggiore delicatezza delle sensazioni gustative, esso sta lentamente ma inesorabilmente sostituendo l’altra varietà.