Il Pecorello è un vitigno a bacca bianca autoctono della Calabria, coltivato tradizionalmente nell’area centro-settentrionale della regione, in particolare nelle province di Cosenza e Catanzaro, lungo le pendici della Sila e in alcune zone collinari dell’Appennino calabrese. Le sue origini sono poco documentate, ma la presenza del nome “pecorello” in fonti locali e catastali già dall’Ottocento, e l’uso tradizionale in blend con altri vitigni bianchi autoctoni, ne testimoniano l’antica radicazione sul territorio. Il nome probabilmente deriva dal dialetto locale e allude alla forma dell’acino o alla leggerezza del vino ottenuto, “umile” come una pecorella.
Dopo un lungo periodo di marginalità, il vitigno è stato rivalutato a partire dagli anni 2000, grazie all’impegno di alcune aziende e consorzi attenti alla biodiversità calabrese. Oggi è vinificato sia in purezza che in uvaggio, spesso insieme al Greco bianco, Montonico o Guardavalle.
Caratteristiche ampelografiche
Il Pecorello si presenta con grappoli di media grandezza, di forma conica o piramidale, spesso alato, abbastanza compatti. Gli acini sono piccoli o medi, di forma sferica, con buccia spessa e pruinosa, dal colore giallo dorato tendente al verdolino. La foglia è grande, trilobata o pentalobata, con superficie bollosa e margini ondulati. Il portamento della pianta è vigoroso e mediamente espanso.
Proprietà agronomiche
Vitigno di buona vigoria e discreta fertilità, il Pecorello si adatta bene sia ai terreni argillosi-calcarei che a quelli più leggeri e sabbiosi dell’entroterra collinare calabrese. La maturazione è medio-tardiva, con vendemmia a cavallo tra settembre e ottobre. È adatto alla coltivazione in collina fino a medie altitudini, dove beneficia degli sbalzi termici e delle brezze fresche silane. Predilige sistemi di allevamento a spalliera e potature lunghe per gestire meglio la produzione.
Resistenze e sensibilità
Il Pecorello mostra una buona resistenza alla siccità, una dote preziosa nelle estati calabresi, ed è discretamente tollerante nei confronti dell’oidio e della peronospora. La buccia spessa lo rende meno vulnerabile alla botrite, anche in caso di piogge autunnali. Tuttavia, richiede attenzione in fase di maturazione per evitare cali di acidità troppo marcati.
Proprietà enologiche
I mosti di Pecorello sono ricchi in zuccheri, con moderata acidità e buona dotazione aromatica, che li rende adatti a vinificazioni sia in acciaio che in legno grande, a seconda dello stile ricercato. Il vino ottenuto può essere fresco e floreale oppure più strutturato e sapido, a seconda delle tecniche di cantina impiegate. In alcuni casi si presta anche a brevi macerazioni sulle bucce e a progetti di spumantizzazione o rifermentazione.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Pecorello
I vini da Pecorello si presentano con un colore giallo paglierino luminoso, con riflessi verdognoli o dorati a seconda dello stile. Al naso esprimono un bouquet fresco e floreale, con note di fiori bianchi, ginestra, frutta a polpa bianca (mela, pera), mandorla fresca e lievi cenni agrumati o erbacei. Alcune versioni evolute mostrano anche note minerali o mielate, con tocchi di erbe officinali.
In bocca i vini sono armonici, scorrevoli, equilibrati, con una bella freschezza acida, alcolicità moderata e chiusura sapida. Sono perfetti per una bevuta quotidiana di qualità, ma anche capaci di sorprendere nelle versioni più complesse, pensate per l’evoluzione in bottiglia.