Le caratteristiche del Lambrusco in fase di degustazione riflettono il fatto che il Lambrusco è più che un vitigno, una grande famiglia di vitigni, i più famosi dei quali sono il Lambrusco Grasparossa, il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Salamino, il Lambrusco Marani e il Lambrusco Maestri, ognuno dei quali ha trovato un habitat diverso, in zone di collina o in pianura. Il Lambrusco più famoso viene dalle zone di Modena (Grasparossa e Sorbara), Reggio Emilia e Parma, ma anche a Mantova. Molti anni fa il Lambrusco era un vino contadino, tradizionalmente prodotto con il metodo ancestrale. In pratica si pigiavano i grappoli, che fermentavano poi grazie ai lieviti selvaggi presenti sulle bucce, poi si imbottigliava con ancora dello zucchero dentro non fermentato e la fermentazione ripartiva spontaneamente in primavera, con l’innalzarsi della temperatura della cantina. Quindi una volta il Lambrusco era un vino leggermente frizzante, torbido, profumatissimo e dall’acidità tagliente. In seguito, quando il Lambrusco divenne famoso per la sua facilità di approccio e la sua piacevolezza, le grandi cantine iniziarono a produrlo su larghissima scala, non solo secco, ma anche nella versione abboccata. Molti produttori sono però più di recente ritornati alle origini, sia che utilizzino il metodo ancestrale che lo Charmat, nel qual caso i vini sono cristallini, filtrati e forse standardizzati, ma comunque tutto un altro mondo rispetto a certi vinelli dolciastri da 8 gradi che hanno invaso il mercato per troppi anni.