Il vitigno Rondinella è un autoctono della provincia di Verona le cui origini rimangono tuttora sconosciute. Riconosciuto dagli ampelografi soltanto alla fine dell’800 nell’area veronese, deve il suo nome con tutta probabilità al colore nero-bluastro dei suoi acini, che ricorda appunto il piumaggio della rondine. In genere è vinificato in uvaggio con le altre varietà dell provincia di Verona, soprattutto in Valpolicella e nell’area di Bardolino, ossia Corvina, Corvinone e Molinara. Tali uvaggi sono alla base dei vini di Valpolicella e Bardolino, Amarone in primis. Grazie alla sua capacità di accumulare zuccheri, il vitigno viene impiegato, oltre che nell’Amarone, anche nell’uvaggio del Recioto della Valpolicella. L’appassimento infatti concentra le sostanze aromatiche e zuccherine che si riflettono in vini dall’alto tenore alcolico ed estremamente ricchi di profumi.
Dal punto di vista ampelografico, la Rondinella ha foglia medio-grande, quinquelobata e caratterizzata da un colore verde con riflessi aurei o bronzati ai bordi. Il suo grappolo è compatto, alato , di forma piramidale allungata. L’acino è sferoidale, di colore scuro e dotato di buccia spessa e coriacea, ricoperta da pruina. I vini nei quali la Rondinella esprime il suo potenziale sono caratterizzati da un colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature purpuree. Al naso hanno bouquet fruttato e complesso, con note di frutti rossi maturi, ciliegie, tabacco e spezie. Il tannino è suadente ma deciso e la loro struttura complessa ne fa dei perfetti vini da servire con le carni alla griglia, in umido, nelle domeniche di festa e nelle occasioni speciali, ma anche, nel caso del Recioto, come vini da meditazione.