In passato il vitigno Corvinone veniva erroneamente ritenuto un biotipo della Corvina, dovuto a cause ambientali o a mutazione gemmaria. Il Corvinone ha ottenuto il riconoscimento come vitigno a sé stante solo di recente, ne 1993, per quanto sia stato confermato lo stretto rapporto di parentela tra le due varietà, che assieme costituiscono la “famiglia” di vitigni chiamata “Corvine“. Il nome di questi vitigni potrebbe provenire dal colore quasi nero che richiama il piumaggio del corvo, oppure da “corba”, la cesta con cui veniva trasportata l’uva, appellativo che ritorna anche in vari sinonimi locali (“corbina“). Il Corvinone dà ai vini maggiore finezza rispetto alla Corvina e uno straordinario equilibrio qualitativo. Il suo nome è dovuto al fatto che sia il grappolo che l’acino hanno dimensioni più grandi rispetto alla Corvina.
Il Corvinone è diffuso in tutta la Valpolicella, in particolar modo sulle colline, a causa della sua naturale difficoltà nel giungere a maturazione nelle zone pianeggianti. Il Corvinone viene utilizzato per vinificare le tipologie di vini delle DOC Valpolicella e Bardolino e nella DOCG Bardolino Superiore. A livello ampelografico, il Corvinone presenta differenze sostanziali rispetto alla Corvina, sia come grappolo, grande, piramidale, meno compatto e dotato generalmente di due ali ben distinte, che come acino, dimensioni grandi, di forma decisamente elissoidale, con buccia blu scuro ricoperta di pruina. Il Corvinone germoglia tardivamente e matura di solito nelle prime settimane di ottobre. Non viene mai utilizzato in purezza, ma usato in assemblaggio con tutte le altre varietà della Valpolicella. Vinificato singolarmente, il Corvinone tende a presentare minore alcolicità e acidità più marcata rispetto alla Corvina e uno spettro di sensazioni olfattive più intenso e ampio.