L’Impigno è un vitigno a bacca bianca originario della Puglia settentrionale, anche se le sue origini sono molto incerte. Un tempo era piuttosto diffuso nelle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, in particolare nei territori dell’entroterra garganico, ma potrebbe anche provenire dal Tarantino, in particolare dalla zona di Martina Franca, da cui sarebbe poi pervenuto nell’attuale zona di coltivazione, che si trova nell’area di Brindisi. Il suo nome, dal suono quasi onomatopeico, è di origine incerta, anche se secondo alcuni studiosi deriverebbe da una voce dialettale riferita al carattere “vivace” del mosto in fermentazione, ma si dice anche che possa derivare dall’agricoltore che per primo coltivò nella zona questa varietà, a partire dai primi del ‘900. Nonostante la sua importanza storica nella viticoltura dauno-murgiana, l’Impigno ha conosciuto un forte declino nel secondo dopoguerra, con l’avanzata delle varietà più produttive o più richieste dal mercato. Vi sono delle ipotesi che indicano il Bombino bianco, varietà anch’essa pugliese e il piemontese Quagliano come suoi precursori, anche se non vi sono notizie che accreditino la presenza di quest’ultimo nelle Puglie. La presenza del vitigno Impigno in Puglia è comunque rara e limitata alla campagna attorno ad Ostuni, Brindisi e San Vito dei Normanni, area nella quale è molto apprezzato dai viticoltori, a differenza di quanto accade nelle altre zone della stessa regione.
Coltivato tradizionalmente nei vigneti promiscui accanto a uve rosse e a olivi, l’Impigno è stato per lungo tempo vinificato in taglio con altri vitigni locali, come Verdeca, Bombino bianco o Trebbiano toscano, per aumentarne l’acidità e la fragranza. Oggi resiste in pochi ettari e in alcune microvinificazioni, ma è stato inserito tra le varietà autorizzate della DOC Locorotondo e Martina Franca, a testimonianza della sua identità storica nel panorama pugliese.
Caratteristiche ampelografiche dell’Impigno
Dal punto di vista ampelografico, la foglia del vitigno Impigno è di grandezza media, di forma pentagonale, quinquelobata. Il suo grappolo è di media dimensione, non molto compatto e alato. L’acino è ovoidale, di medie dimensioni, di olore giallo verdastro. Spesso il vitigno è assemblato assieme al Francavidda e il vino che se ne ricava è di buona qualità e di beva piuttosto semplice, adatto a pietanze estive e ad accompagnare antipasti e frutti di mare.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Impigno
Il vino ottenuto da Impigno si presenta di colore giallo paglierino tenue, con riflessi verdolini nei campioni più giovani. Al naso offre profumi delicati e freschi, con note di fiori bianchi, mela verde, mandorla fresca e agrumi, accompagnate da un accenno di erbe aromatiche mediterranee, come finocchietto o timo limonato.
Al palato è snello, fresco, con acidità ben presente e un finale asciutto e leggermente amarognolo, che ricorda la mandorla. È un vino di pronta beva, non molto alcolico, perfetto per i climi caldi e ideale in abbinamento a piatti leggeri: frutti di mare, insalate di grano, formaggi freschi, verdure grigliate.
La sua freschezza naturale e la neutralità aromatica lo rendono anche interessante come base per spumanti e per vinificazioni in bianco moderne, anche con fermentazioni spontanee o brevi macerazioni.