Le fonti agronomiche tardo-medievali e rinascimentali testimoniano la presenza diffusa di vitigni chiamati “falanchina” o “falanchola” nei territori del Sannio e dei Campi Flegrei, indicando una continuità sorprendente con le coltivazioni attuali. Nel XIX secolo la Falanghina era già considerata una delle uve bianche più pregiate del Sud Italia, ma la fillossera e le trasformazioni del paesaggio agricolo ne ridussero drasticamente la diffusione. La sua rinascita moderna è recente: dagli anni Ottanta del Novecento, studi ampelografici e una crescente attenzione alla qualità ne hanno fatto uno dei vitigni simbolo della viticoltura campana, apprezzato per freschezza, profilo aromatico mediterraneo e straordinaria versatilità enologica.
Zone di coltivazione
La Falanghina è coltivata principalmente in Campania, dove dà origine a due principali biotipi:
– Falanghina del Sannio, diffusa nella provincia di Benevento e tutelata dalla Sannio DOC;
– Falanghina dei Campi Flegrei, coltivata sui suoli vulcanici di Napoli e Pozzuoli, parte della Campi Flegrei DOC.
È presente anche in aree circostanti come l’area domiziana, l’Irpinia bassa e alcune zone del Casertano, oltre che in numerose IGT regionali.
Fuori dalla Campania è coltivata in misura minore nel Molise e in Puglia settentrionale, ma la sua espressione più tipica resta strettamente legata ai suoli vulcanici e calcarei campani, caratterizzati da ventilazione costante, estati asciutte e forti escursioni termiche.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Falanghina presenta vigoria medio-elevata e portamento semieretto. Le foglie sono medio-grandi, trilobate o pentalobate, con lembo spesso e superficie leggermente ondulata.
Il grappolo è medio, cilindrico o cilindro-conico, spesso alato e di compattezza medio-lassa. Gli acini sono medio-grandi, sferici o sub-ovali, con buccia di colore giallo-verde, talvolta dorata nelle esposizioni più soleggiate. La polpa è succosa, con sapore fine e buona freschezza.
La maturazione avviene in epoca medio-tardiva, tra fine settembre e inizio ottobre, consentendo un accumulo aromatico equilibrato e una conservazione naturale dell’acidità.
Caratteristiche colturali e agronomiche
La Falanghina è un vitigno rustico, adattabile e capace di esprimere qualità elevate in diversi contesti pedoclimatici. Mostra buona resistenza alla siccità e un’elevata tolleranza ai suoli poveri, soprattutto vulcanici e sabbiosi, mentre risente maggiormente degli eccessi idrici e dell’asfissia radicale.
Le rese possono essere elevate e devono essere tenute sotto controllo per ottenere vini complessi e strutturati. Le forme di allevamento più comuni sono il guyot e la controspalliera semplice, mentre nei Campi Flegrei sopravvive l’allevamento a pergola tradizionale.
La varietà richiede attenzione durante l’invaiatura per evitare squilibri tra maturazione zuccherina e fenolica, ma è generalmente considerata un vitigno affidabile e regolare.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Falanghina generano mosti con buona dotazione zuccherina, acidità sostenuta e un interessante potenziale aromatico. La vinificazione avviene prevalentemente in acciaio, per preservare freschezza e integrità varietale, ma alcune cantine adottano affinamenti in legno grande o su fecce fini per aumentare complessità e volume.
Il profilo aromatico è dominato da agrumi, mela, pera, fiori bianchi, erbe mediterranee e, nelle zone vulcaniche, una spiccata componente minerale. La varietà si presta bene sia a versioni secche e immediate, sia a interpretazioni più complesse, comprese versioni spumante metodo classico e, raramente, passito.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Falanghina si presentano di colore giallo paglierino brillante, con riflessi verdolini nei più giovani. Al naso emergono profumi netti di agrumi, mela verde, pesca bianca, fiori di campo e un caratteristico tratto minerale nelle versioni dei Campi Flegrei. Al palato sono freschi, sapidi, scorrevoli e armonici, con acidità ben percepibile e una tessitura sottile ma persistente. Il finale è generalmente agrumato e leggermente ammandorlato, tipico del vitigno.
