Il Mantonico Bianco è uno dei vitigni a bacca bianca più rappresentativi della Calabria ionica, in particolare della fascia collinare della Locride e della Piana di Gioia Tauro, dove resiste da secoli come testimonianza viva della viticoltura storica dell’Italia meridionale. Il nome, di etimologia incerta, potrebbe derivare dal greco mantonikos, cioè “profetico” o “ispirato”, a conferma di una probabile origine ellenica del vitigno, che si sarebbe acclimatato in Calabria durante la colonizzazione della Magna Grecia. Il suo nome dà spesso luogo a confusione, in particolare con il vitigno Montonico bianco, coltivato nell’Italia centrale, e con il vitigno Guardavalle, che in provincia di Cosenza viene chiamato Mantonico.
Il Mantonico Bianco predilige terreni collinari, ben esposti e ventilati, dove le escursioni termiche e la luce intensa del Mediterraneo ne favoriscono una maturazione lenta e completa. È un vitigno vigoroso, a maturazione tardiva, e produce grappoli mediamente compatti, con acini dalla buccia spessa e dorata.
A lungo utilizzato in contesti rurali per la produzione di vini da meditazione o da pasto contadino, è stato solo in tempi recenti oggetto di una riscoperta qualitativa da parte di piccoli produttori e istituti agrari, che ne hanno valorizzato le potenzialità in vinificazioni sia secche che dolci.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Mantonico Bianco
I vini da Mantonico Bianco si distinguono per un colore giallo dorato intenso, talvolta con riflessi ambrati nelle versioni dolci. Al naso sprigionano aromi complessi e avvolgenti, con note di frutta gialla matura (pesca, albicocca), scorza d’agrumi canditi, miele di zagara, fiori secchi, mandorla e resine mediterranee. In alcune vinificazioni, emergono anche sfumature iodate e speziate che ne arricchiscono la profondità.
Con il Mantonico bianco si producono vini sia secchi che passiti, che ricadono nelle denominazioni Bivongi DOC, Terre di Cosenza DOC, soprattutto a Donnici, ma anche Val di Neto IGT. La sua scarsa diffusione fa si che i suoi vini varietali siano piuttosto rari, mentre è più comune trovarlo in uvaggio con altri vitigni locali, ad esempio con il Greco bianco.
In bocca è un vino strutturato, caldo e avvolgente, con acidità contenuta ma ben bilanciata, e una lunga persistenza gustativa. Le versioni secche sono corpose, minerali e ideali per accompagnare piatti ricchi a base di pesce, carni bianche o formaggi stagionati. Quelle dolci, ottenute da uve surmature o appassite, offrono un profilo opulento ma non stucchevole, perfetto per l’abbinamento con la pasticceria secca calabrese, dolci alle mandorle o formaggi erborinati.