Le sue origini risalgono probabilmente all’epoca tardomedievale o rinascimentale, periodo in cui l’area romana divenne un grande centro di produzione di vini bianchi destinati ai mercati cittadini, alle osterie e ai pellegrini in transito. Già nei secoli XVII e XVIII la Malvasia del Lazio era considerata un’uva di qualità superiore rispetto ai Trebbiani locali, capace di dare vini più profumati, corposi e complessi. La forte presenza in zone di origine vulcanica (Frascati, Monte Porzio Catone, Marino, Grottaferrata) ha contribuito a modellarne identità aromatica e stile, rendendola un simbolo della viticoltura romana storica.
Zone di coltivazione
L’areale principale della Malvasia del Lazio coincide con i Castelli Romani, in particolare Frascati, Monte Porzio Catone, Grottaferrata e Marino, dove il vitigno è protagonista di DOC e DOCG come Frascati, Frascati Superiore, Cannellino di Frascati e Roma DOC.
È coltivata anche nel Viterbese e nella provincia di Latina, spesso in aree collinari a forte influenza marina, e in piccola parte nell’Umbria meridionale.
Predilige terreni vulcanici sciolti, ricchi di minerali e ben drenanti, altitudini medio-basse e un clima temperato con buona escursione termica, che contribuisce a preservare l’acidità naturale e a valorizzare il profilo aromatico.
Caratteristiche ampelografiche
La Malvasia del Lazio presenta vigoria medio-elevata e portamento espanso. Le foglie sono medio-grandi, spesso trilobate, con lembo di consistenza medio-spessa e superficie leggermente ondulata.
Il grappolo è medio, conico o cilindrico-conico, talvolta alato e di media compattezza. Gli acini sono medio-grandi, sferoidali, con buccia spessa di colore giallo-verde punteggiata da piccole maculature scure (“puntinata”), ricca di pruina. La polpa è succosa, dolce e dotata di un corredo aromatico naturalmente espressivo.
La maturazione è medio-tardiva, generalmente tra fine settembre e inizio ottobre.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il vitigno è moderatamente vigoroso ma necessita di gestione attenta della chioma per favorire l’arieggiamento dei grappoli, dato che la compattezza può favorire botrite nelle annate umide. Ha buona tolleranza alla siccità e si adatta bene ai suoli vulcanici, dove esprime livelli più alti di mineralità e freschezza.
La produttività è medio-alta e costante, una delle ragioni della sua storica diffusione nei grandi areali dei Castelli Romani. I sistemi di allevamento più diffusi sono guyot e cordone speronato, con rese che vanno controllate per ottenere vini di maggiore intensità aromatica.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Malvasia del Lazio generano mosti ricchi, dotati di buona dotazione zuccherina, acidità equilibrata e un corredo aromatico complesso di natura terpenica. La vinificazione avviene prevalentemente in acciaio, con fermentazioni a bassa temperatura per preservare intensità e freschezza, ma alcune cantine sperimentano brevi affinamenti sulle fecce fini o passaggi in legno per conferire volume e complessità.
Aromi tipici includono fiori bianchi, agrumi, pesca, albicocca, pera, salvia, erbe mediterranee e, nelle versioni più mature, sfumature mielate.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Malvasia del Lazio presentano colore giallo paglierino brillante. Il bouquet è intenso ed espressivo, con note di agrumi, frutta bianca e gialla, fiori di campo ed erbe aromatiche.
Al palato risultano morbidi, aromatici e ben equilibrati da una buona acidità, con corpo medio e una piacevole mineralità che richiama i suoli vulcanici. Il finale è fresco, fragrante e spesso lievemente sapido.
Nelle versioni dolci e passite (come nel Cannellino di Frascati), il vitigno mostra un’eleganza naturale fatta di miele, frutta candita e fiori secchi.
