Il vitigno Neretto di Bairo, detto anche semplicemente “Neretto”, è presente da tempo immemore nel Canavese, ma le sue origini sono in realtà sconosciute. Il Neretto di Bairo è un vitigno che presenta difficoltà oggettive in termini di coltivazione, soprattutto a causa dell’incostanza nella produzione e delle basse rese. Nonostante ciò il Neretto di Bairo è una varietà in grado di fornire uva di qualità, che all’atto della vinificazione risulta meno acida e quindi più equilibrata della Barbera, con la quale condivide le zone di produzione. Oltre che nel Canavese (comuni di Bairo, Valperga, San Giorgio), il Neretto di Bairo è presente anche nel Pinerolese, anche se con estensioni più modeste. Il Neretto di Bairo è solo sporadicamente presente nei vigneti e concorre alla produzione del Canavese Rosso DOC mentre raramente viene vinificato in purezza.
Il Neretto di Bairo, data l’elevata vigoria e la scarsa fertilità delle gemme alla base del tralcio, necessita una forma d’allevamento espansa, quale la tradizionale pergola canavesana, che permette una potatura lunga e ricca. La sua produzione non è costante perchè facilmente sensibile alle piogge soprattutto durante l’allegagione. Nonostante l’uva sia ritenuta di buona qualità per la vinificazione e adatta alla produzione di vini giovani di pronta beva, si sta assistendo all’abbandono di questo vitigno da parte dei viticoltori che scelgono per i loro nuovi impianti varietà a più elevata e costante produzione. Dal punto di vista ampelografico, il Neretto di Bairo ha foglia di grandezza media, pentagonale, quinquelobata, con lobi accentuati. Il suo grappolo ha grandezza media, forma conico piramidale, alato (con due ali corte), mediamente compatto. L’acino è di media grandezza, ha forma tra subrotonda o subovale, con buccia ben pruinosa, di colore blu carico. Il vino che si ottiene dal vitigno Neretto di Bairo è di colore rosso rubino, intenso. Al palato è caldo e di corpo.