Il vitigno Neretto di Bairo, detto anche semplicemente “Neretto”, è presente da tempo immemore nel Canavese, ma le sue origini sono in realtà sconosciute. Il Neretto di Bairo è un vitigno che presenta difficoltà oggettive in termini di coltivazione, soprattutto a causa dell’incostanza nella produzione e delle basse rese. Nonostante ciò il Neretto di Bairo è una varietà in grado di fornire uva di qualità, che all’atto della vinificazione risulta meno acida e quindi più equilibrata della Barbera, con la quale condivide le zone di produzione. Oltre che nel Canavese (comuni di Bairo, Valperga, San Giorgio), il Neretto di Bairo è presente anche nel Pinerolese, anche se con estensioni più modeste. Il Neretto di Bairo è solo sporadicamente presente nei vigneti e concorre alla produzione del Canavese Rosso DOC mentre raramente viene vinificato in purezza.
Caratteristiche ampelografiche
Il Neretto di Bairo presenta grappoli piccoli o medio-piccoli, compatti, di forma cilindrica o cilindro-conica. Gli acini sono piccoli, sferici, con buccia sottile, di colore blu-violaceo molto scuro, ricca di pruina. La foglia è media, trilobata o pentalobata, verde chiaro, con margine dentato. La pianta ha portamento espanso, internodi regolari, e tralci di medio sviluppo.
Proprietà agronomiche
Il Neretto di Bairo, data l’elevata vigoria e la scarsa fertilità delle gemme alla base del tralcio, necessita una forma d’allevamento espansa, quale la tradizionale pergola canavesana, che permette una potatura lunga e ricca. La sua produzione non è costante perchè facilmente sensibile alle piogge soprattutto durante l’allegagione. Predilige suoli sciolti, sabbiosi o morenici, ben drenati e soleggiati, e si adatta bene alle colline pedemontane del torinese. È un vitigno rustico, poco esigente, che ben si presta alla viticoltura sostenibile o biologica, con rese contenute e regolari.
Resistenze e sensibilità
Il Neretto di Bairo mostra buona resistenza alla peronospora e al marciume (grazie alla buccia spessa), e una tolleranza discreta all’oidio. Resiste bene alle basse temperature invernali e alle escursioni termiche, tipiche delle colline subalpine. In vendemmie piovose può essere sensibile alla botrite, se i grappoli sono troppo compatti, ma in generale è considerato un vitigno resistente e affidabile, adatto alla viticoltura eroica di collina.
Proprietà enologiche
Dal punto di vista enologico, il Neretto di Bairo produce mosti ricchi di colore, con buona acidità e tenore alcolico contenuto. Si presta a vinificazioni in rosso leggere, in acciaio o cemento, oppure a versioni frizzanti e rifermentate in bottiglia, seguendo la tradizione contadina canavesana. I vini risultano fragranti, freschi, poco tannici, molto adatti al consumo giovane, ma con una discreta tenuta nel tempo, specie se vinificati con attenzione.
In uvaggio, contribuisce con freschezza, colore e aromaticità; in purezza, offre una beva agile e territoriale, che richiama la tradizione dei rossi piemontesi di pronta beva.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Neretto di Bairo
I vini da Neretto di Bairo si presentano con un colore rosso rubino brillante, con riflessi violacei giovanili. Al naso offrono profumi freschi e vinosi, con note di frutti rossi (fragola, lampone, ciliegia), fiori di campo, pepe bianco e una leggera sfumatura erbacea o balsamica, tipica dei rossi di altitudine.
In bocca sono leggeri, scorrevoli, con acidità vivace, tannini delicati e un finale pulito e asciutto, a tratti sapido. Si prestano bene a essere serviti leggermente freschi, e si abbinano perfettamente con salumi artigianali, torte salate, formaggi vaccini freschi e piatti semplici della cucina piemontese di collina.