Lo Sciascinoso è un vitigno a bacca nera molto presente in Campania dove spesso viene confuso con l’Olivella nera per la forma allungata dell’acino che ricorda appunto le olive. In realtà il nome Olivella è stato di volta in volta attribuito a numerosi vitigni, a causa della rassomiglianza del loro acino, per il colore e per la forma allungata che poteva ricordare, appunto, un’oliva. In Campania, nei disciplinari di tutte le denominazioni è presente il solo Sciascinoso (eventualmente con la dicitura “localmente detto Olivella“), mentre l’Olivella nera in quanto tale è presente nel disciplinare della IGT Frusinate nel Lazio. Servirebbero delle prove del DNA per comprendere se ci siano differenze sostanziali tra Olivella e Sciascinoso, comunque ambedue possono essere ricondotte a quella riferita da Plinio il Vecchio con il nome di Oleaginea.
Lo Sciascinoso viene coltivato soprattutto nelle provincie di Napoli e Avellino, ma è presente anche nel resto della regione e riesce a diffondersi anche nel sud del Lazio, anche se sporadicamente. Lo Sciascinoso è un vitigno molto vigoroso, che germoglia precocemente e viene allevato a spalliera. La sua maturazione è invece tardiva e le uve mature hanno un’elevata acidità e basse concentrazione di zuccheri, cosa che lo rende un vitigno da taglio, non riuscendo a dare sufficiente struttura al vino. I vini dello Sciascinoso in purezza sono rosso rubino denso con bei riflessi brillanti. Al naso sono vinosi e non molto profondi, con prevalenti note fruttate. Al palato sono leggermente acidi, quasi astringenti, con un corpo leggero o mediamente strutturato. Lo Sciascinoso rientra nel disciplinare della Campi Flegrei DOC, dove viene indicato come Olivella, così come nella Costa d’Amalfi, nella Penisola Sorrentina e nell’Irpinia DOC. Nella Sannio, Solopaca e nella Vesuvio DOC si usa invece il nome Sciascinoso.