Il vitigno Cesanese comune ha origini incerte. L’origine del suo nome deriva sicuramente da Cesano, località vicino a Roma. Esistono due distinti vitigni chiamati Cesanese, entrambi estesamente coltivate nel Lazio e nella zona dei Castelli Romani in particolare, il Cesanese comune e quello d’Affile. Inoltre, come spesso accade, il nome del vitigno viene confuso con quello del vino, per cui vengono spesso citati come “vitigni” il Cesanese di Olevano Romano e il Cesanese del Piglio, che sono in realtà tipologie di vino a denominazione di origine, rispettivamente DOC e DOCG. Le origini del Cesanese comune risalgono ad epoche molto antiche, già descritte da Plinio il Vecchio come appartenenti al gruppo delle alveole presenti al tempo nella zona di Ariccia e utilizzate in grandi quantità per la produzione di vino rosso. Il Cesanese fu descritto dall’Acerbi come un’uva produttiva e di qualità mentre il Di Rovasenda lo menziona come Cesanese nero.
Il Cesanese comune ha foglia e acini più grandi e nero-bluastri rispetto al Cesanese d’Affile ed i vini che si ottengono dal Cesanese comune sono in genere meno complessi e longevi. Il grappolo del Cesanese comune è di media grandezza, di forma cilindro-conica, alato e mediamente compatto. Il suo acino ha dimensioni medie, di forma ovale e presenta una buccia spessa e consistente, molto pruinosa e di un colore nero violaceo. La vendemmia del Cesanese comune avviene generalmente nella prima metà di ottobre. E’ un vitigno che non ama molto le quote elevate e a causa di una cesta difficoltà di maturazione richiede anche buone esposizioni solari.