La sua storia culturale è intimamente connessa alla civiltà agricola ligure, fatta di piccoli appezzamenti, muretti a secco e una viticoltura manuale dove la vite rappresentava un elemento identitario del paesaggio. Nelle Cinque Terre, l’Albarola è stata per secoli coltivata su pergole basse e filari corti, spesso mista ad altre varietà, secondo un modello di policoltura che garantiva equilibrio e autosufficienza alle famiglie contadine. Nel corso del XX secolo, la progressiva riduzione della superficie vitata ha limitato la sua diffusione, ma negli ultimi decenni il vitigno è stato riscoperto e valorizzato grazie all’impegno di produttori locali e consorzi che hanno saputo restituirgli dignità e identità varietale. Oggi l’Albarola è considerata una delle chiavi di volta della rinascita dei vini bianchi liguri di costa, simbolo di autenticità e tradizione.
Zone di coltivazione
Il principale areale di coltivazione dell’Albarola è la provincia di La Spezia, dove partecipa alla composizione dei vini delle DOC Cinque Terre e Colli di Luni. Nelle Cinque Terre è uno dei tre vitigni ammessi nel disciplinare insieme a Bosco e Vermentino, contribuendo con la sua freschezza e finezza aromatica all’equilibrio del vino. È presente anche nelle zone collinari di Levanto, Porto Venere, Lerici e Sarzana, dove si adatta ai suoli sabbiosi e argillosi di origine marina. Al di fuori della Liguria, piccole superfici sono segnalate nella Toscana nord-occidentale, in particolare nella provincia di Massa-Carrara, dove partecipa alla produzione dei vini bianchi dei Colli di Candia. L’Albarola predilige ambienti costieri e collinari, esposizioni soleggiate e terreni ben drenati, dove la brezza marina favorisce la sanità delle uve e la conservazione dell’acidità.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Albarola è di media vigoria, con portamento semieretto e internodi regolari. Le foglie sono di dimensioni medio-piccole, orbicolari o trilobate, con margini dentati e pagina superiore di colore verde intenso e lucida. Il grappolo è medio o piccolo, compatto, di forma conico-cilindrica, talvolta con una piccola ala. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia sottile ma resistente, di colore giallo-verde che tende all’ambrato con la piena maturazione. Il vitigno germoglia e matura precocemente, consentendo vendemmie anticipate rispetto ad altre varietà liguri. Le sue uve sono ricche di acidi organici e di sostanze aromatiche di tipo terpenico e tiolico, che conferiscono ai vini profumi floreali e agrumati. La produttività è buona ma non eccessiva, e la resa costante anche in annate difficili, caratteristica preziosa per un vitigno di zone marginali.
Caratteristiche colturali e agronomiche
L’Albarola è una varietà che si adatta perfettamente alle condizioni climatiche tipiche della Liguria: clima mite, suoli poveri e ben drenati, forte pendenza e ventilazione costante. Mostra buona resistenza alla siccità estiva, ma può essere sensibile all’oidio e alla botrite in annate particolarmente umide, a causa della compattezza del grappolo. Predilige terreni calcarei o marnosi con buona presenza di sabbia, dove sviluppa aromi più fini e un’acidità più marcata. La forma di allevamento tradizionale è la pergola bassa ligure, oggi spesso sostituita da guyot o cordone speronato per agevolare le operazioni di potatura e vendemmia. La resa ottimale si colloca intorno ai 60–70 quintali per ettaro, con maturazione che avviene tra la fine di agosto e la prima decade di settembre. L’Albarola risponde molto bene alle pratiche di viticoltura sostenibile e alla raccolta manuale, indispensabile nelle zone terrazzate dove la meccanizzazione è impossibile.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Albarola si caratterizzano per un’elevata acidità naturale, buon equilibrio zuccherino e profilo aromatico fine, dominato da note di fiori bianchi e agrumi. Il vitigno si presta bene alla vinificazione in acciaio, che consente di esaltare la freschezza e la limpidezza espressiva, ma può offrire ottimi risultati anche con brevi affinamenti sulle fecce fini, che ne ampliano il corpo e la complessità gustativa. In assemblaggio, l’Albarola contribuisce con la sua vivacità acida e floreale all’equilibrio del vino, completando la struttura del Bosco e la pienezza del Vermentino. In purezza dà vini sottili, salini e minerali, dal profilo delicato ma riconoscibile, sempre coerente con il carattere marino della Liguria. È raramente impiegato per la spumantizzazione, ma la sua acidità lo rende adatto anche a versioni frizzanti e a rifermentazione naturale.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Albarola presentano un colore giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli, brillante e limpido. Al naso si distinguono per profumi freschi e sottili, con note di biancospino, limone, erbe aromatiche, mela verde e leggere sfumature salmastre. Al palato sono caratterizzati da una viva acidità, corpo medio e finale secco, con sensazioni minerali e agrumate persistenti. L’armonia tra freschezza e sapidità è la loro cifra stilistica, espressione diretta dell’influsso marino e del suolo ligure. Le versioni in assemblaggio con Bosco e Vermentino risultano più strutturate e complesse, mentre quelle in purezza esaltano la precisione e la finezza varietale. L’Albarola accompagna con eleganza piatti di pesce, crostacei, verdure alla griglia e specialità liguri come le trofie al pesto o l’orata al forno, rappresentando una delle espressioni più autentiche della viticoltura costiera italiana.
