Tradizionalmente considerato un vitigno “minore”, fu a lungo utilizzato in blend con altre varietà più note come il Greco, il Fiano o il Falanghina, per conferire morbidezza e corpo. Tuttavia, studi ampelografici condotti nella seconda metà del Novecento ne hanno confermato la piena individualità genetica e l’antichità, ponendolo tra i vitigni autoctoni più autentici della Campania. Negli ultimi decenni il Coda di Volpe ha conosciuto una significativa rivalutazione, grazie alla sua capacità di esprimere vini eleganti, armoniosi e territoriali, capaci di unire struttura e freschezza con una sobria complessità aromatica.
Dal punto di vista storico e culturale, il Coda di Volpe rappresenta un ponte tra l’antica viticoltura campana e quella moderna. È un vitigno che racconta il paesaggio e la memoria contadina delle colline del Beneventano e dell’Irpinia, e che oggi trova una nuova dignità nei vini monovarietali capaci di esprimere con autenticità la luce e la mineralità del suolo vulcanico campano.
Zone di coltivazione
Il Coda di Volpe è coltivato quasi esclusivamente in Campania, con maggiore concentrazione nelle province di Benevento, Avellino, Napoli e Caserta. È ammesso in numerose denominazioni di origine, tra cui Irpinia Coda di Volpe DOC, Sannio Coda di Volpe DOC e Lacryma Christi del Vesuvio DOC, oltre che come varietà complementare in molte altre DOC regionali.
Il vitigno trova le sue migliori espressioni nei terreni di origine vulcanica e tufacea del Vesuvio e dell’Irpinia, dove il suolo minerale e il clima collinare, ventilato e con buone escursioni termiche, favoriscono la maturazione lenta e l’equilibrio acido-zuccherino delle uve. Si adatta bene anche ai terreni calcareo-argillosi del Sannio, dove dà vini più morbidi e rotondi.
Al di fuori della Campania la sua presenza è marginale, con piccole superfici in Puglia e nel Lazio meridionale, ma resta un vitigno profondamente radicato nella tradizione viticola campana, di cui è una delle varietà simbolo.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Coda di Volpe è di vigoria medio-elevata, con portamento semieretto e vegetazione regolare. Le foglie sono grandi, orbicolari o pentalobate, di colore verde chiaro con lembo liscio. Il grappolo è lungo, conico o cilindrico, mediamente compatto, spesso caratterizzato da una punta ricurva che ricorda la coda di una volpe, da cui il nome. Gli acini sono medio-grandi, sferici, con buccia spessa e pruinosa di colore giallo dorato, che tende all’ambrato con la maturazione. La polpa è succosa, di sapore neutro ma armonico, con acidità moderata.
Germoglia in epoca media e matura piuttosto tardi, verso la fine di settembre. È una varietà costante nella produzione e resistente alle principali malattie fungine, anche se può mostrare una certa sensibilità alla botrite nelle annate piovose a causa della compattezza del grappolo.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Coda di Volpe predilige terreni di medio impasto, calcarei o tufacei, e climi collinari temperati. È un vitigno rustico e adattabile, in grado di mantenere un buon equilibrio vegeto-produttivo anche in condizioni di stress idrico moderato. Le forme di allevamento tradizionali sono la pergola campana e il guyot, ma nei nuovi impianti si adottano anche sistemi a cordone speronato, che permettono un migliore controllo della produzione.
Le rese variano da 80 a 100 quintali per ettaro, ma per ottenere vini di qualità superiore si tende a limitarle a circa 70–80 quintali. L’epoca di raccolta tardiva consente di ottenere mosti ricchi e maturi, pur mantenendo una buona freschezza acida, soprattutto nei vigneti di altitudine medio-alta (tra i 300 e i 600 metri). Grazie alla sua resistenza e regolarità, è un vitigno particolarmente adatto alla viticoltura sostenibile.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Coda di Volpe producono mosti equilibrati, con moderata acidità e buon tenore zuccherino, che danno origine a vini morbidi, eleganti e armoniosi. La vinificazione avviene quasi sempre in acciaio inox a temperatura controllata, per preservare la freschezza aromatica e i profumi primari, mentre l’uso del legno è raro e riservato a interpretazioni più complesse.
Il profilo aromatico è delicato ma distintivo, con note di frutta matura (pera, mela gialla, albicocca), fiori di campo, agrumi e leggere sensazioni minerali. L’equilibrio tra morbidezza e freschezza fa del Coda di Volpe un vitigno particolarmente versatile, capace di adattarsi a stili diversi, dai vini fermi ai passiti ottenuti con uve leggermente surmature.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Coda di Volpe si presentano di colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Al naso esprimono aromi di frutta gialla matura, agrumi, fiori di ginestra e leggere note mielate o minerali. Al palato risultano morbidi, rotondi e armoniosi, con acidità equilibrata e buona persistenza. Il finale è sapido e pulito, con accenni di frutta secca e mandorla dolce. Nelle versioni più fresche e giovani prevalgono eleganza e immediatezza, mentre nelle versioni da uve tardive emergono complessità e profondità gustativa.
