Le prime citazioni affidabili risalgono al Medioevo, quando il “Greco” — etichetta generica per molte varietà introdotte dall’Oriente — viene distinto in più varianti locali, tra cui il Grechetto umbro, già apprezzato per la sua capacità di dare vini robusti, longevi e idonei al trasporto. Tra XVII e XIX secolo il vitigno consolida la propria identità nelle colline umbre, inserendosi nelle pratiche contadine della mezzadria e diventando parte integrante degli uvaggi tradizionali dei bianchi regionali.
Il XX secolo vede una progressiva valorizzazione delle sue caratteristiche varietali e la distinzione formale dei due principali biotipi, Grechetto di Orvieto (G5) e Grechetto di Todi (G109). Oggi il Grechetto è un caposaldo dell’enologia umbra, simbolo della sua identità bianca e vitigno autoctono di grande interesse tecnico.
Zone di coltivazione
Il cuore della coltivazione del Grechetto è l’Umbria, in particolare le aree di Orvieto, Todi, Montefalco, Spoleto e Perugia. È inoltre diffuso nel Lazio settentrionale (soprattutto nelle zone del Viterbese e dei Colli Cimini), dove storicamente è stato utilizzato per irrobustire i bianchi locali.
In misura minore è presente in Toscana (Val di Chiana, zona di Cortona), in Marche e Abruzzo come varietà complementare.
Il vitigno predilige colline ben esposte, altitudini medie, terreni argillosi o calcarei e climi temperato-continentali con escursioni termiche sufficienti a preservare l’acidità. Fuori dall’Italia non è coltivato in maniera significativa.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Grechetto presenta vigoria medio-alta e portamento semieretto. Le foglie sono medio-grandi, trilobate o pentalobate, con lembo spesso e dentatura marcata.
Il grappolo è piccolo o medio, cilindrico-conico, spesso compatto. Gli acini sono piccoli, rotondi, con buccia spessa e di colore giallo-verde, ricca di sostanze fenoliche che contribuiscono alla struttura dei vini. La polpa è succosa, con sapore neutro e buona dotazione acida.
La maturazione è medio-tardiva, generalmente tra fine settembre e inizio ottobre.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Grechetto è un vitigno robusto, rustico e adattabile, qualità che lo hanno reso parte integrante della viticoltura tradizionale umbra. Mostra buona resistenza alla siccità e alle malattie crittogamiche, anche se la compattezza del grappolo può favorire la botrite nelle annate umide.
Le rese sono naturalmente contenute, ma abbastanza regolari. La gestione agronomica punta a controllare la vigoria, garantire una buona aerazione dei grappoli e preservare la freschezza aromatica.
Le forme di allevamento più diffuse sono guyot e cordone speronato, mentre nei vigneti più vecchi si ritrovano impianti a doppio capovolto.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Grechetto producono mosti ricchi di acidità, sostanze estrattive e composti fenolici, qualità che conferiscono ai vini struttura e longevità. La vinificazione avviene prevalentemente in acciaio, ma il vitigno si presta bene anche alla maturazione in legno, sia piccolo sia grande, grazie alla sua buona massa estrattiva.
È adatto a una gamma ampia di stili: dai bianchi freschi e minerali ai vini più strutturati e complessi, fino alle versioni macerate o parzialmente ossidative. Il profilo aromatico esprime note di frutta bianca, erbe, mandorla, fiori e talvolta accenti minerali o iodati.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Grechetto presentano colore giallo paglierino brillante, talvolta con riflessi dorati. Al naso si esprimono con aromi di pera, mela, mandorla fresca, fiori bianchi, erbe aromatiche e leggere note minerali.
Al palato sono pieni, strutturati e complessi, con acidità equilibrata, buona sapidità e una tessitura densa derivata dalla ricchezza fenolica dell’uva. Il finale è spesso lungo, con ritorni mandorlati tipici del vitigno.
Nelle versioni più pregiate il Grechetto può evolvere con note di miele, cera, frutta secca e spezie dolci, dimostrando una longevità superiore alla media dei bianchi dell’Italia centrale.
