Il vitigno Melara è coltivato nell’Emilia-Romagna occidentale, principalmente nella provincia di Piacenza. Di questo vitigno si hanno scarse documentazioni storiche e se ne ignora quasi del tutto le origini. E’ conosciuto anche con il sinonimo Merlara, e deve il suo nome alle marcate note aromatiche di miele sviluppate dal vino ricavato dalle sue uve appassite. Lo spessore delle bucce rende infatti il vitigno Melara particolarmente predisposto all’appassimento. Il Melara viene utilizzato principalmente nei dolci vini Vin Santo dei Colli Piacentini, in particolare quelli prodotti nei dintorni di Vigoleno e nella Val d’Arda. Il Melara viene coltivato assieme al Santa Maria, una varietà ugualmente sconosciuta al mondo, al di là della Val d’Arda dove vengono coltivate le uve. Utilizzato principalmente nei vini passiti, le uve di Melara vengono essiccate immediatamente dopo la raccolta, concentrando i suoi zuccheri e sapori naturali per vini più intensi.
Insieme al vitigno Santa Maria, il Melara costituisce fino al 60% nella composizione del Vin Santo di Vigoleno, un vino dolce prodotto nelle colline a sud di Piacenza. Queste due varietà di vite sono state a lungo assemblate nei vini locali, data la loro contemporanea presenza nei filari, ma recentemente sono state affiancate anhe da altri vitigni quali il Berdevino, l’Ortrugo e il Trebbiano Romagnolio, nonché dal Marsanne, uva bianca originaria della Valle del Rodano. Quest’ultimo vitigno è approvato per l’uso solo nella tipologia Colli Piacentini Vin Santo normale e non nella più prestigiosa variante di Vigoleno. I vini prodotti con le uve Melara sono tipicamente molto dolci, con un colore ambrato intenso e intensi aromi di miele, agrumi secchi e note più ricche di nocciole tostate e mandorle.