Il Negro amaro è uno dei vitigni più antichi e identitari del Sud Italia, con origine storica nel Salento. Le prime testimonianze certe risalgono all’epoca magno-greca, quando veniva citato come varietà scura e “nera” per la profondità cromatica del vino ottenuto. Il suo nome, tradizionalmente interpretato come una tautologia etimologica (“nero-nero”, dal latino niger e dal greco mavros), sottolinea la sua vocazione per vini di colore intenso e struttura robusta. Nel corso dei secoli diventa la varietà dominante del Salento, base imprescindibile dei rossi e rosati tradizionali pugliesi. Nel Novecento, con l’espansione della viticoltura cooperativa, il Negro amaro assume un ruolo centrale nell’economia agricola della regione, restando ancora oggi uno dei pilastri della viticoltura mediterranea italiana.
Aree di coltivazione
Il cuore della coltivazione è la Puglia meridionale, in particolare le province di Lecce, Brindisi e Taranto. È il vitigno dominante nelle denominazioni Salice Salentino, Brindisi, Copertino, Squinzano e Leverano, oltre che nelle IGT Salento e Puglia. Trova condizioni favorevoli nei suoli argillosi, calcarei e sabbiosi della penisola salentina, caratterizzati da forte insolazione e venti costanti. Presenze marginali si trovano in Basilicata e Calabria settentrionale, ma il suo areale è di fatto salentino. Fuori dall’Italia è coltivato in modo sporadico in California e Australia, ma rimane strettamente legato al suo territorio di origine.
Caratteristiche ampelografiche
La foglia del Negro amaro è medio-grande, pentagonale, trilobata o pentalobata, con lembo spesso e superficie rugosa. Il grappolo è medio, cilindrico-conico, tendenzialmente compatto. L’acino è medio, sferico, con buccia spessa e consistente, di colore blu-nero molto intenso, ricchissima di antociani. Il profilo dell’uva fresca è caratterizzato da note di frutti scuri, leggere sfumature erbacee e un’impronta fenolica evidente. La combinazione tra spessore della buccia e abbondanza di sostanze coloranti è uno dei tratti distintivi del vitigno.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Negro amaro presenta vigoria medio-alta, resa costante e buona resistenza allo stress idrico, qualità essenziali nel clima caldo e ventoso del Salento. Predilige forme di allevamento tradizionali come l’alberello, ma si adatta bene anche al cordone speronato e al guyot, soprattutto nei vigneti moderni. Matura da medio a tardivamente, tra fine settembre e inizio ottobre. È generalmente resistente alla peronospora, più sensibile all’oidio, mentre mostra buona tolleranza al caldo estremo. La capacità di mantenere acidità anche in condizioni climatiche severe è una delle sue caratteristiche agronomiche più apprezzate.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Il Negro amaro dà origine a vini rossi ricchi di colore, struttura e polifenoli. La buccia spessa permette estrazioni marcate, con macerazioni medio-lunghe che valorizzano tannino e corpo. La componente aromatica, dominata da frutti neri, spezie ed erbe mediterranee, può essere arricchita da affinamenti in legno, sia grande sia piccolo, che integrano toni balsamici e tostati. Il vitigno si adatta bene anche alla produzione di vini rosati, tra i più celebri d’Italia, grazie alla facilità con cui rilascia colore e profumi anche in macerazioni brevi. Il profilo gustativo beneficia spesso di tecniche che valorizzano morbidezza e rotondità, senza sacrificare freschezza e sapidità.
Caratteristiche del vino
Il vino ottenuto da Negro amaro presenta colore rubino-porpora molto intenso, spesso impenetrabile. Al naso offre profumi di amarena, prugna, mora, erbe mediterranee, liquirizia, cacao e tabacco, con note balsamiche e speziate nelle versioni affinate in legno. Al palato è pieno, avvolgente, con tannini ben presenti ma generalmente morbidi, buona acidità e una alcolicità importante che contribuisce alla struttura complessiva. I vini rosati mostrano al contrario un profilo più fresco e fragrante, con fragola, ciliegia rossa e un finale sapido.
