Il vitigno Avarengo è autoctono della della zona del Pinerolese, nel Piemonte nord-occidentale. Il Di Rovasenda lo ha citato in una pubblicazione del 1877 come vitigno del Pinerolese. Deve il suo nome proprio alla scarsezza (avarizia) della sua produzione. Un tempo l’uva nera prodotta da questo vitigno veniva consumata a tavola o per cure diuretiche, poi fu successivamente utilizzata anche per la produzione per il vino. Attualmente presente solo nella denominazione tipologia Ramie della Pinerolese DOC, nella quale l’uva viene solitamente miscelato con Avanà, Neretta Cuneese e altre varietà piemontesi rossi locali. La diminuzione costante della superficie coltivata ad Avarengo è dovuta alle sue basse rese, che hanno incoraggiato i coltivatori a passare ad altre varietà. Nel 2000, vi erano in produzione 1.680 ettari di Avarengo, la maggior parte nella regione del Pinerolese.
L’Avarengo è una vite a maturazione media, nota per la produzione di raccolti molto bassi. Nel Pinerolese rosso DOC, prodotto nelle province di Cuneo e Torino, le uve Avarengo devono avere una resa massima di 100 quintali per ettaro ed i vini finiti devono avere una gradazione minima di almeno il 10,5 %. I vini etichettati come Pinerolese devono contenere almeno il 50% di Barbera, Bonarda Piemontese, Nebbiolo e Neretta Cuneese con Avarengo e altre varietà locali piemontesi rosse per il resto della miscela. Nel Pinerolese Ramie l’Avarengo deve costituire un minimo del 15% della miscela con Avanà e Neretta Cuneese, per un minimo rispettivamente del 30% e 20% della miscela e altri vitigni a bacca rossa autorizzati fino a un massimo del 35%. L’Avarengo tende a produrre vini rossi chiari, di colore chiaro, altamente aromatici e di facile beva, con profumi di frutta fresca.