Il Nuragus è il vitigno a bacca bianca più coltivato in Sardegna pur con una graduale tendenza ad una riduzione delle superfici, che sono arrivate a contare fino al 40% dell’estensione totale dei vigneti dell’isola. Il Nuragus è presente soprattutto nelle province di Cagliari e Oristano dove si estende su una superficie di circa 3.300 ettari. La sua origine è molto antica ed è dovuta con molta probabilità ai navigatori fenici che per primi raggiunsero l’isola. La notevole diffusione che questo vitigno ha avuto negli anni passati va ricercata nella sua rusticità, nella adattabilità ad ogni tipo di terreno e, soprattutto, nella sua generosità produttiva. Il Nuragus è stato favorito dall’estrema facilità di coltivazione quando si sono dovuti reimpiantare i vigneti dopo la crisi fillosserica dell’Ottocento. Il sistema di allevamento tradizionale è l’alberello, ma con sistemi a spalliera il vino sembra guadagnare in qualità.
Il Nuragus viene vinificato generalmente in purezza, pur non mancando gli assemblaggi con altre uve locali, in particolare per ottenere vini fortificati e per vini base per i Vermouth. Dal 1975 inoltre il vitigno possiede una sua propria denominazione, il Nuragus di Cagliari DOC, anche nelle versioni frizzante e amabile. Viene anche utilizzato per la spumantistica, anticipando le vendemmie per ottenere uve con acidità naturale maggiore. In purezza, il vino del Nuragus è di colore paglierino tenue con sfumature verdoline. Al naso ha toni floreali, di fiori bianchi, e fruttati, di mela verde, oltre a sottili sfumature di agrumi. Al palato è discretamente alcolico, con un buon equilibrio freschezza-sapidità. Secco o amabile, può essere abbinato a fritti di pesce, crostacei o molluschi, ma anche a zuppe saporite, sempre a base di pesce.