Fin dal Medioevo, il Brachetto fu apprezzato per la produzione di vini dolci naturali, spesso riservati alle corti signorili del Piemonte e della Liguria. Il suo successo moderno si è affermato nel Novecento, quando la vinificazione spumante e frizzante ha permesso di valorizzarne appieno la fragranza e la piacevolezza aromatica. Oggi il Brachetto è considerato un vitigno unico per tipicità e personalità, ambasciatore dei rossi aromatici italiani nel mondo, capace di unire dolcezza, freschezza e profumo inconfondibile.
Dal punto di vista culturale, il Brachetto rappresenta una delle più autentiche espressioni della tradizione vitivinicola piemontese. È il vitigno simbolo di Acqui Terme, città termale e antica culla di commerci vinari, e riflette nel bicchiere la grazia e la gentilezza dei colli dell’Alto Monferrato. Il suo vino, aromatico e leggiadro, è diventato sinonimo di convivialità e piacere, spesso associato a momenti di festa e al consumo con dolci e dessert. La sua produzione, fortemente legata al territorio, ha contribuito a costruire un’identità culturale riconoscibile, fatta di eleganza, fragranza e tradizione.
Zone di coltivazione
Il principale areale di coltivazione del Brachetto si trova in Piemonte, nelle province di Alessandria e Astigiano meridionale, in particolare nelle colline attorno a Acqui Terme, Nizza Monferrato, Strevi e Ricaldone. Qui il vitigno è alla base delle denominazioni Brachetto d’Acqui DOCG e Piemonte Brachetto DOC. È presente anche nel Monferrato casalese e nel Tortonese, ma in misura più limitata. Fuori dal Piemonte, il Brachetto è coltivato in piccole quantità in Lombardia e in Emilia-Romagna (sotto il nome di Brachetto del Reno), e in microimpianti sperimentali anche in California e Australia.
I suoli ideali sono marnoso-calcarei o sabbiosi, con buona capacità drenante e discreta ritenzione idrica, mentre il clima collinare temperato e ventilato dell’Alto Monferrato favorisce la piena espressione aromatica del vitigno. Le migliori esposizioni sono quelle orientate a sud e sud-est, che permettono una maturazione lenta e completa dei composti aromatici, preservando al tempo stesso l’acidità naturale.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Brachetto è di vigoria medio-elevata, con portamento semieretto e sviluppo ordinato. Le foglie sono di dimensioni medie, orbicolari o trilobate, con lembo verde chiaro e margine finemente dentato. Il grappolo è piccolo o medio, compatto, di forma conica o piramidale, spesso alato. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia sottile e consistente di colore rosso-violaceo, ricca di pruina e sostanze aromatiche. La polpa è succosa, dolce e marcatamente aromatica, con sentori di rosa e frutti rossi. Il vitigno germoglia e matura in epoca medio-tardiva, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. La produttività è buona e regolare, anche se tende a ridursi in vigneti troppo vigorosi. Il Brachetto è sensibile all’oidio e alla botrite, per cui richiede attenzione nella gestione della chioma e delle densità d’impianto.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Brachetto predilige terreni di media fertilità, ben drenati e ricchi di componenti calcaree. Si adatta bene ai climi temperati e asciutti, ma soffre in condizioni di eccessiva umidità o nei suoli troppo fertili, che ne riducono la concentrazione aromatica. Le forme di allevamento più diffuse sono il guyot e il cordone speronato, con potature medio-corte per contenere la vigoria e favorire una buona maturazione. Le rese produttive, in media tra 70 e 90 quintali per ettaro, possono essere ridotte per ottenere vini di maggiore intensità aromatica. Il vitigno risponde bene a tecniche di viticoltura sostenibile e a basse rese, che valorizzano l’espressione floreale e la purezza dei mosti.
La maturazione aromatica è più lenta di quella zuccherina, motivo per cui la vendemmia avviene spesso leggermente tardiva, al fine di ottenere un profilo olfattivo completo. In annate calde, la sua naturale acidità consente di mantenere vini equilibrati e non stucchevoli, anche nelle versioni dolci.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Brachetto si distinguono per l’alto contenuto di precursori aromatici terpenici, responsabili dei tipici profumi di rosa, geranio, fragola e lampone. Il mosto è naturalmente ricco di zuccheri e povero di tannini, con acidità moderata. La vinificazione avviene prevalentemente in acciaio inox con tecniche di criomacerazione e fermentazione a bassa temperatura, per preservare l’integrità aromatica. Le fermentazioni vengono spesso interrotte prima del completo consumo degli zuccheri, al fine di ottenere vini dolci e leggermente frizzanti, con bassa gradazione alcolica (5–7% vol.). Nelle versioni spumante, la seconda fermentazione avviene in autoclave (metodo Charmat), mentre le versioni più rare “passite” o da uve surmature sviluppano profumi più complessi di confettura e spezie dolci. Il Brachetto è un vitigno tecnicamente raffinato, la cui vinificazione richiede attenzione per preservarne la fragranza e l’equilibrio zuccheri-acidi.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Brachetto si presentano di colore rosso rubino chiaro o cerasuolo brillante, con vivace effervescenza nelle versioni spumante e frizzante. Al naso offrono un bouquet intenso e inconfondibile, dominato da aromi di rosa, fragola, lampone e ciliegia, con sfumature di geranio e spezie dolci. Al palato risultano dolci ma freschi, con acidità bilanciata e una leggera tannicità che conferisce struttura e pulizia. La persistenza aromatica è lunga e floreale, con un finale elegante e mai stucchevole. Le versioni frizzanti e spumantizzate sono leggere, fragranti e dissetanti, ideali come vini da dessert o da abbinare a frutta e dolci a base di cioccolato, mentre i rari Brachetti fermi mostrano un profilo più vinoso e aromaticamente complesso.
