Il vitigno Cornalin, a volte anche chiamato erroneamente Cornallin (pur non essendo questo un suo sinonimo riconosciuto) è ritenuto autoctono della Valle d’Aosta, anche se sembra provenire dalla Borgogna, dalla quale fu introdotto verso la fine del ‘700. Il suo nome corretto è quindi Cornalin, attribuitogli nel Vallese (cantone delle Svizzera), cosa che in passato ha creato una certa confusione tra i due nomi. Fino alla prima metà dell’800 il Cornalin era uno dei vitigni più diffusi nella regione. Nei tempi recenti, molte varietà locali a bassa diffusione (tra le quali, oltre il Cornalin, il Mayolet, il Vuillermin, e la Prëmetta), hanno fortemente rischiato l’estinzione. Fino alla fine degli anni ’80 il Cornallin sopravviveva solamente in qualche vigneto secolare, ormai dimenticato, sconosciuto o confuso con il Petit rouge. Alla fine degli anni ’80, l’Institut Agricole Régional di Aosta si è fatto promotore del recupero delle varietà autoctone minori, tra cui anche il Cornallin.
Da allora il Cornallin o Cornalin è tornato a far parte integrante del patrimonio viticolo valdostano, grazie alla costituzione nel 1998 di alcuni vigneti, solo 27 ettari, situati nel comune di Nus. Il Cornallin o Cornalin è un vitigno di media ed elevata vigoria, la cui epoca di maturazione è molto tardiva. La sua foglia è medio grande e di forma pentagonale e il grappolo di medie dimensioni e di forma piramidale, alle volte alato, con buccia sottile e pruinosa, dal colore, che in fase di maturazione, tende al blu. Il vino prodotto con il Cornallin o Cornalin si presenta di colore rosso rubino, di buona intensità. Al naso è intenso e complesso, con note di fragolina di bosco e ciliegia e sfumature agrumate di arancia, poi violetta e rosa rossa, accompagnate da sensazioni vegetali e speziate di pepe nero. Al palato il vino è caldo, di buona struttura, in cui la morbidezza in ingresso viene bilanciata nel finale da una gradevole sottolineatura acida.