Il Petit Rouge viene da molti considerato il migliore vitigno a bacca nera della Valle d’Aosta, di cui è con tutta probabilità da considerarsi un reale autoctono. Le prime traccie della sua coltivazione risalgono all’epoca dell’antica Roma. A seguito dell’abbandono delle campagne dovuto alle invasioni barbariche, solo poche viti superstiti riuscirono a permanere, dando vita a nuove varietà attraverso ripetute riproduzioni da seme. In questo modo, probabilmente, ebbero origine vitigni autoctoni come il Petit Rouge e il Vien de Nus. La zona di coltivazione del Petit Rouge si estende dal comune di Saint Vincent fino ad Avise, fino ad altezze che sfiorano gli 800 metri. Come molti altri vitigni valdostani, sembra potersi ricollegare alla famiglia degli autoctoni “Orious“, che a sua volta include due sottofamiglie, i “Gros Orious” e i “Petits Orious” cui il vitigno Petit Rouge appartiene.
In Valle d’Aosta ci sono piccole produzioni ottenute da storici vigneti di Petit Rouge coltivati lungo la valle della Dora Baltea. Il Petit Rouge è tra i vitigni preferiti dai viticoltori valdostani per la sua resistenza, le buone rese e le sue proprietà enologiche. Conosciuto anche come “Pitchou Rodzo”, il Petit Rouge ha grappoli che si distinguono per la dimensione molto ridotta degli acini. Il Petit Rouge dà un vino dal colore rosso violaceo tendente al granato e dal profumo intenso, con note di rosa canina, viola, lampone e mirtillo tendente, col tempo, alla mandorla amara. Il Petit Rouge è l’uva base utilizzata per una vasta gamma di vini rossi inclusi nella Valle D’Aosta DOC, soprattutto nelle sottozone Enfer d’Arvier e Torrette.