Qualunque ne sia l’origine, il Carignano ha sviluppato in Sardegna una propria identità genetica e culturale, tanto da essere considerato oggi un vitigno autoctono a tutti gli effetti. È particolarmente legato alla zona del Sulcis, dove da secoli viene coltivato su sabbie costiere e terreni sciolti, spesso a piede franco, resistendo all’attacco della fillossera che devastò il resto d’Europa. Questa peculiarità — unita alla straordinaria longevità delle vigne e al carattere unico dei vini prodotti — ha contribuito a fare del Carignano una delle gemme più preziose della viticoltura sarda.
Dal punto di vista storico e culturale, il Carignano è un simbolo della tenacia agricola del Sulcis: un vitigno che ha accompagnato per secoli la vita contadina, capace di sopravvivere a condizioni estreme di siccità, vento e salinità. La sua coltivazione ad alberello basso, spesso in vigne secolari non innestate, è diventata un patrimonio paesaggistico e umano, riconosciuto come parte integrante dell’identità enologica sarda. Oggi rappresenta l’anima autentica del sud dell’isola e uno dei vini rossi più intensi e raffinati del Mediterraneo.
Zone di coltivazione
Il Carignano è coltivato principalmente nella parte sud-occidentale della Sardegna, in particolare nel territorio del Sulcis, che comprende le aree costiere di Sant’Antioco, Calasetta, Tratalias, Carbonia e Giba. È qui che nasce il celebre Carignano del Sulcis DOC, nelle versioni base, superiore e riserva, considerato una delle denominazioni più rappresentative dell’isola. Al di fuori del Sulcis, è presente anche in altre zone del Campidano e della provincia di Cagliari, seppure in misura minore.
Le vigne di Carignano prosperano su suoli sabbiosi o sabbioso-argillosi, spesso ricchi di sali minerali e perfettamente drenanti. Il clima è tipicamente mediterraneo arido, con estati calde, inverni miti e venti costanti di maestrale che limitano la pressione delle malattie fungine. Queste condizioni, unite alla luce intensa e alle forti escursioni termiche, permettono una maturazione lenta e completa, esaltando la concentrazione zuccherina e aromatica delle uve.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta di Carignano è di vigoria medio-elevata, con portamento espanso e tralci resistenti. Le foglie sono medio-grandi, pentagonali o trilobate, con margine dentato e lembo verde scuro. Il grappolo è medio-grande, cilindrico o conico, compatto e spesso alato. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia spessa e consistente di colore blu-nero intenso, ricca di antociani e tannini. La polpa è succosa, di sapore dolce e neutro.
Germoglia in epoca medio-tardiva e matura tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. La sua produttività è buona, ma strettamente legata alle condizioni pedoclimatiche: nelle vigne sabbiose e aride del Sulcis, la resa è naturalmente bassa, il che favorisce l’elevata qualità dei mosti. Il Carignano si distingue per il colore intenso delle uve e per la ricchezza fenolica, che lo rendono particolarmente adatto alla vinificazione di vini di corpo e lunga evoluzione.
Caratteristiche colturali e agronomiche
Il Carignano si adatta perfettamente ai climi caldi e aridi, grazie alla sua resistenza alla siccità e ai venti salmastri. Predilige terreni sabbiosi e sciolti, dove le radici possono svilupparsi in profondità e beneficiare delle riserve idriche sotterranee. È un vitigno rustico e longevo, che nelle vigne storiche del Sulcis cresce spesso ancora a piede franco, senza innesto su portainnesti americani, un caso raro in Europa.
La forma di allevamento tradizionale è l’alberello sardo, con potatura corta e basse rese (30–50 quintali per ettaro), che garantiscono uve di alta concentrazione. Nelle versioni più moderne si utilizza anche il cordone speronato per facilitare la meccanizzazione. Il vitigno è resistente alle malattie fungine, ma può soffrire di botrite e di colatura in caso di piogge tardive. La gestione della chioma e la regolazione della produzione sono fondamentali per ottenere vini equilibrati e complessi.
Caratteristiche enologiche del vitigno
Le uve di Carignano producono mosti di colore profondo, con alto contenuto di antociani e tannini fini. La vinificazione avviene solitamente in acciaio inox, con macerazioni medio-lunghe (10–20 giorni) per estrarre la componente fenolica e aromatica. L’affinamento può essere condotto in botti di rovere o in barrique, che contribuiscono a sviluppare complessità, senza snaturare il profilo varietale.
L’aromaticità del Carignano è dominata da note di frutta rossa e nera matura (amarena, mora, prugna), spezie dolci, pepe nero, erbe mediterranee e un caratteristico fondo balsamico e minerale. Con l’invecchiamento emergono sfumature di cuoio, tabacco e cacao. È un vitigno che, pur generoso di alcol e struttura, riesce a mantenere una sorprendente eleganza, grazie alla finezza dei tannini e alla freschezza naturale che equilibra la potenza del frutto.
Caratteristiche organolettiche dei vini
I vini da Carignano si presentano di colore rosso rubino intenso con riflessi granato. Al naso sono ampi e complessi, con profumi di frutta matura, confettura di ciliegia e prugna, spezie dolci, liquirizia, erbe aromatiche e leggere note marine, dovute alla vicinanza dei vigneti al mare. Con l’affinamento si arricchiscono di toni terziari di tabacco, cuoio e cacao.
Al palato risultano caldi, corposi e vellutati, con tannini morbidi e ben integrati e un’acidità equilibrata che dona armonia e persistenza. Il finale è lungo, con ritorni fruttati e minerali. Le versioni giovani sono più fruttate e generose, mentre le riserve esprimono complessità, profondità e una straordinaria capacità di invecchiamento.
