Situata subito a sud della Côte d’Or, la Côte Chalonnaise si sviluppa lungo un’ampia fascia collinare che si estende da Chagny a Montagny-lès-Buxy. Meno conosciuta rispetto ai territori più blasonati della Borgogna settentrionale, questa zona rappresenta tuttavia un tassello fondamentale del mosaico viticolo regionale. Qui si coltivano gli stessi vitigni nobili (Pinot Noir, Chardonnay e Aligoté), ma con uno stile più diretto, essenziale, che coniuga tradizione e accessibilità. La Côte Chalonnaise è, in un certo senso, la Borgogna quotidiana: meno rarefatta, più concreta, ma capace di regalare vini autentici, territoriali, e spesso di sorprendente valore.
Storia della viticoltura nella Côte Chalonnaise
La viticoltura in questa zona ha origini antiche: già in epoca romana si coltivava la vite sulle colline che fiancheggiano l’attuale città di Chalon-sur-Saône. In epoca medievale, i monaci benedettini e cistercensi, provenienti da Cluny e Tournus, promossero la coltivazione della vite e la diffusione di pratiche agronomiche mirate alla qualità. La zona fu particolarmente apprezzata per la produzione di vini destinati sia al consumo locale che al commercio fluviale lungo la Saône.
Nel corso dell’Ottocento, la Côte Chalonnaise visse una fase di espansione viticola, ma subì poi, come il resto della Borgogna, la devastazione causata dalla fillossera e un lungo periodo di crisi e ricostituzione. A partire dagli anni ‘70 del Novecento, con l’istituzione di diverse appellations communales e l’adozione di tecniche di vinificazione più rigorose, l’immagine della zona ha conosciuto una progressiva rivalutazione. Oggi la Côte Chalonnaise è considerata una zona emergente, in grado di coniugare qualità, prezzo e tipicità.
I Vitigni coltivati nella Côte Chalonnaise
Come nel resto della Borgogna, i vitigni dominanti sono due: Pinot Noir per i vini rossi e Chardonnay per i bianchi. Entrambi si adattano bene ai suoli calcareo-argillosi della zona e al clima più soleggiato e leggermente più caldo rispetto alla Côte d’Or. Il risultato è una maggiore precocità nella maturazione e, spesso, una maggiore rotondità nei vini. Accanto ai due grandi protagonisti, è ancora coltivato con discreta frequenza l’Aligoté, soprattutto per la produzione di vini bianchi semplici e vivaci. Infine, nel territorio di Bouzeron, si trova una delle rarissime AOC monovitigno dedicate all’Aligoté, a riprova della sua importanza locale. Il Gamay, autorizzato per i vini regionali, è presente ma sempre più marginale.
I Vini della Côte Chalonnaise e le loro Caratteristiche organolettiche
I vini rossi della Côte Chalonnaise, prodotti principalmente da Pinot Noir, si distinguono per un carattere fruttato, diretto e speziato. Meno tannici e strutturati rispetto ai grandi rossi della Côte de Nuits, sono spesso apprezzabili in gioventù, ma possono sorprendere per la loro capacità di evoluzione quando provengono da cru ben esposti e vinificati con cura. Le note tipiche includono ciliegia, fragolina di bosco, pepe nero, liquirizia, con sfumature erbacee o minerali nei vini più fini.
I vini bianchi da Chardonnay sono altrettanto interessanti: secchi, minerali, con acidità vivace e una buona intensità aromatica. Si avverte spesso un carattere floreale (biancospino, camomilla), accompagnato da sentori di mela, pesca bianca, agrumi e mandorla. L’uso del legno è generalmente più moderato rispetto alla Côte de Beaune, privilegiando la freschezza e la precisione del frutto.
I vini da Aligoté, soprattutto a Bouzeron, sono una sorpresa per molti: croccanti, citrini, tesi, ma con una finezza che va ben oltre il profilo “rustico” di questo vitigno altrove.
Le Denominazioni della Côte Chalonnaise
La zona comprende 5 appellations communales principali, tutte situate lungo una dorsale collinare che alterna esposizioni ottimali a quote collinari ideali per la viticoltura. Oltre a queste, vi è una produzione significativa di Bourgogne Côte Chalonnaise AOC e di Crémant de Bourgogne AOC, spesso di ottima qualità.
1. Bouzeron AOC
Unica AOC borgognona interamente dedicata all’Aligoté (nella variante doré). Creata nel 1998, è espressione di una scelta qualitativa forte per un vitigno spesso relegato a ruoli secondari. I vini sono tesi, agrumati, vivaci, con ottime doti di freschezza e capacità gastronomica. Possono evolvere bene per alcuni anni. Include al suo interno 21 climats.
2. Rully AOC
Posta nella parte settentrionale della Côte Chalonnaise, produce vini bianchi da Chardonnay e rossi da Pinot Noir, con una buona concentrazione di Premier Cru. I bianchi sono floreali e minerali, mentre i rossi mostrano un bel frutto e una struttura equilibrata. Rully è anche uno dei centri principali per la produzione di Crémant de Bourgogne. Include 23 climats classificati come Premiers crus.
3. Mercurey AOC
La più estesa e forse la più nota delle denominazioni della Côte Chalonnaise. Circa 650 ettari di vigneto, con un’alta percentuale di Premier Cru (oltre 30 climat). I rossi di Mercurey sono intensi, speziati, con tannini evidenti, e una buona capacità di invecchiamento. Anche i bianchi sono presenti e ben fatti, ma meno numerosi.
4. Givry AOC
Amata da Enrico IV, Givry è celebre per i suoi rossi vivaci e generosi, ricchi di frutto rosso e dotati di un profilo aromatico immediato ma non banale. Anche i bianchi da Chardonnay sono prodotti, con uno stile morbido e fragrante. Include 37 climats classificati come Premiers crus.
5. Montagny AOC
Denominazione esclusivamente bianchista, produce Chardonnay in stile fresco, floreale e minerale. Vini eleganti, spesso non eccessivamente marcati dal legno, con buona struttura e acidità. Una delle zone migliori per scoprire bianchi borgognoni di ottimo livello a un prezzo ancora accessibile. Circa due terzi della superficie sono classificati Premier Cru. Include 49 climats classificati come Premiers crus.
Nell’area sono presenti anche due dénominations dell’appellation Bourgogne, la Bourgogne Côte Chalonnaiese AOC e la Bourgogne Côte du Couchois AOC. L’unica IGP presente sul territorio è la Saône-et-Loire IGP.






