Il Rossese è un vitigno a bacca nera presente in Liguria. Le sue origini non sono certe. Sembra provenga dal sud della Francia, da dove è arrivato in Liguria al seguito dei Doria ed ha trovato nella zona di Dolceacqua il suo territorio di elezione. L’origine del nome sembra chiaramente riferirsi al colore delle sue bacche. La sua diffusione pressoché esclusiva nella Riviera Ligure di Ponente, vicino al confine con la Francia, sembra avvalorare questa tesi. Il Rossese di Dolceacqua DOC, la prima DOC assegnata alla Liguria nel 1972, è un’eccellenza enologica locale, prodotta solo in 11 comuni della riviera di Ponente, situati nella val Nervia e nella valle Crosia, a un’altitudine tra i 300 e i 600 metri sul livello del mare, in un territorio pedemontano con belle esposizioni ma difficile da coltivare.
Il Rossese dal punto di vista ampelografico si presenta con grappoli medio-grandi, di forma piramidale, alati, mediamente spargoli. Le sue bacche sono di dimensioni medie o medio-piccole, ellittiche, di colore blu che tende al nero e al violetto, abbastanza pruinose e con bucce mediamente spesse. Il sistema di allevamento tradizionale utilizzato per il Rossese è ad alberello, ma negli ultimi anni si sta progressivamente passando a sistemi più moderni e razionali, basati sulla spalliera. I vigneti si trovano sulle colline delle Prealpi liguri, tra i 300 e i 600 metri sul livello del mare, posti spesso in posizioni impervie e questo fa sì che tutte le operazioni in vigna siano manuali. La difficile morfologia del territorio è la probabile causa del fatto che il vitigno sia sempre rimasto confinato in quest’area. Le rese del Rossese sono abbastanza produttive e costanti e tra le avversità soffre la colatura e l’acinellatura. I vini del Rossese sono in generale di colore rubino chiaro, con profumi fruttati di marasca e struttura leggera, con tannini non particolarmente marcati.