L’allevamento della vite è un aspetto cruciale nella viticoltura, che incide profondamente sulla salute delle piante, sulla qualità dell’uva e, di conseguenza, sul vino prodotto. I sistemi di allevamento variano enormemente, spaziando da metodi antichi o tradizionali, a tecniche all’avanguardia. Queste metodologie riflettono non solo l’adattamento alle condizioni ambientali e climatiche, ma anche l’evoluzione della tecnologia e delle pratiche agricole. La scelta del sistema di allevamento è una decisione fondamentale che riflette un profondo rispetto per il territorio, le sue tradizioni e i suoi vitigni. L’obiettivo rimane costante: coltivare la vite in armonia con l’ambiente circostante per produrre uva di qualità superiore, base imprescindibile per vini eccezionali. Nel contesto della viticoltura moderna, la diversità dei sistemi di allevamento testimonia la capacità del settore di evolversi mantenendo salde le proprie radici nella tradizione.
L’alberello è uno dei sistemi di allevamento più antichi e si caratterizza per la sua struttura libera, senza tutori artificiali. Questa forma consente alla vite di crescere quasi orizzontalmente, minimizzando l’esposizione al vento e massimizzando l’assorbimento della luce solare. L’alberello è particolarmente adatto a regioni ventose o con forti escursioni termiche, dove la sua struttura bassa e robusta protegge efficacemente l’uva. Tuttavia, richiede una gestione intensiva e manualità, rendendolo meno compatibile con la meccanizzazione.
Le alberate sono un sistema tradizionale dove le viti vengono “maritate” con tutori vivi, tipicamente alberi come gli olmi. Questo metodo non solo crea un ecosistema più diversificato e resiliente ma permette anche alle viti di crescere in altezza, favorendo una migliore circolazione dell’aria e riducendo il rischio di malattie. L’alberata richiede una manutenzione accurata per garantire che l’albero tutore non ombreggi eccessivamente la vite, bilanciando così l’esigenza di luce della pianta con la protezione offerta dal tutore.
Le pergole e i tendoni rappresentano un sistema di allevamento che sfrutta strutture orizzontali sopraelevate per sostenere le viti. Queste configurazioni offrono vantaggi significativi, come la protezione dell’uva dalle intemperie e la conservazione dell’umidità del suolo, grazie all’ombreggiamento fornito dal fogliame. Le pergole, in particolare, sono profondamente radicate nella tradizione di molte regioni vitivinicole, dove si è sviluppato un legame indissolubile tra il paesaggio culturale e le pratiche viticole. Tuttavia, simili ai sistemi ad alberello, anche pergole e tendoni possono limitare la meccanizzazione a causa della loro struttura complessa.
Le forme di allevamento a spalliera sono tra le più moderne e diffusibili, caratterizzate da viti allineate verticalmente lungo filari sostenuti da pali e fili metallici. Questo sistema facilita notevolmente le operazioni di potatura, trattamento delle malattie e raccolta, consentendo in molti casi una piena meccanizzazione. La configurazione a spalliera ottimizza l’esposizione delle foglie alla luce solare e migliora la circolazione dell’aria tra i grappoli, riducendo il rischio di malattie fungine. Sebbene possa sembrare meno “naturale” rispetto ai metodi tradizionali, la spalliera rappresenta un’evoluzione nel rispetto del binomio tra produttività e sostenibilità.