La Guida ai vitigni di Quattrocalici

Cavrara

scheda ampelografica completa

Vitigno  Cavrara

Indice

Il Vitigno Cavrara e i suoi vini

Il Cavrara è un vitigno a bacca nera di antica origine italiana, oggi estremamente raro e poco diffuso, ma storicamente presente in alcune aree dell’Italia centrale, in particolare tra l’<strong’Abruzzo e il Lazio. La sua denominazione deriva probabilmente da un toponimo rurale — “cavrara” o “caverara” — diffuso in diverse zone dell’Appennino, a indicare terreni sassosi o collinari. È considerato un vitigno autoctono, di antica selezione contadina, nato da popolazioni spontanee di Vitis vinifera adattatesi nei secoli ai suoli poveri e ai microclimi appenninici.
Documentazioni storiche risalenti al XIX secolo ne attestano la coltivazione sporadica nel territorio aquilano e nel reatino, dove veniva utilizzato in uvaggio con altre varietà locali per produrre vini rustici, colorati e di medio corpo. La progressiva diffusione di varietà più produttive e regolari — come il Montepulciano e il Sangiovese — ne ha quasi determinato la scomparsa, sopravvivendo solo in pochi appezzamenti di vecchie vigne, oggi oggetto di recupero genetico e di studio da parte di istituti agrari regionali.
La riscoperta del Cavrara si inserisce nel più ampio movimento di tutela dei vitigni autoctoni minori italiani, volto a salvaguardare la biodiversità ampelografica e a valorizzare il patrimonio enologico delle zone interne appenniniche.

Dal punto di vista storico e culturale, il Cavrara rappresenta un frammento della viticoltura tradizionale di montagna, fatta di piccole vigne familiari e di vitigni selezionati per resistere alle difficili condizioni climatiche. Simbolo di un’agricoltura resiliente e povera, oggi è oggetto di interesse per la possibilità di restituire vini identitari e di forte carattere territoriale, in linea con la crescente attenzione verso la sostenibilità e l’autenticità varietale.

Zone di coltivazione

Il Cavrara è oggi presente in pochissime aree vitate dell’Abruzzo, in particolare nelle province dell’Aquila e di Pescara, e marginalmente nel Lazio orientale, nelle zone collinari del Reatino. I pochi esemplari noti provengono da vigne antiche, spesso promiscue e non specializzate, situate tra i 300 e i 600 metri di altitudine, su terreni calcarei, ghiaiosi e poveri di sostanza organica.
Le condizioni climatiche di queste aree — caratterizzate da estati calde ma ventilate e da notevoli escursioni termiche notturne — favoriscono una maturazione lenta e completa delle uve, con buona conservazione dell’acidità e sviluppo di aromi fini. Al di fuori delle regioni d’origine, il vitigno non risulta coltivato, se non in ambito sperimentale o in collezioni ampelografiche pubbliche.

Caratteristiche ampelografiche

La pianta di Cavrara è di vigoria medio-elevata, con portamento semieretto e buona fertilità. Le foglie sono di medie dimensioni, pentagonali o trilobate, con margine dentato e lembo verde scuro. Il grappolo è medio, conico o cilindrico, piuttosto compatto e a volte alato. Gli acini sono medio-piccoli, sferici, con buccia spessa e consistente di colore blu-nero, ricca di antociani e tannini. La polpa è succosa, di sapore neutro e lievemente amarognolo.
Il vitigno germoglia in epoca media e matura tardi, tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre. La resa è medio-bassa e fortemente dipendente dalle condizioni pedoclimatiche e dalla potatura, ma la qualità delle uve è elevata, con un buon equilibrio tra zuccheri e acidità. È una varietà adatta a climi freschi e altitudini elevate, dove la lentezza di maturazione ne valorizza le caratteristiche aromatiche e strutturali.

Caratteristiche colturali e agronomiche

Il Cavrara predilige terreni calcarei o argillosi, asciutti e ben drenati, tipici delle zone collinari e pedemontane abruzzesi. È un vitigno rustico, adattabile, resistente alla siccità e alle basse temperature, ma sensibile alla botrite in annate piovose e durante la fase di maturazione. Le forme di allevamento più adatte sono il guyot e il cordone speronato, con potature medie che consentono un buon equilibrio vegeto-produttivo.
Nelle vigne tradizionali, il Cavrara era spesso coltivato ad alberello o a tendone basso, in consociazione con altre varietà locali. La sua produttività limitata e la struttura equilibrata dei mosti lo rendono oggi interessante per microvinificazioni di qualità, destinate a esprimere la tipicità dei territori interni dell’Appennino centrale.

Caratteristiche enologiche del vitigno

Le uve di Cavrara danno mosti di colore rubino intenso, con buona concentrazione di polifenoli e acidità vivace. La vinificazione avviene generalmente in acciaio inox con macerazioni di media durata, volte a preservare il profilo fruttato e la freschezza varietale. Eventuali affinamenti in legno piccolo o grande esaltano la componente speziata e balsamica.
L’aromaticità è dominata da note di frutti rossi (amarena, ciliegia, ribes) e neri (mora, prugna), con accenni floreali di violetta e leggere sfumature di erbe aromatiche e grafite. Il vino mostra buona struttura, equilibrio tra morbidezza e tannicità, e una piacevole freschezza che ne sostiene la bevibilità. È un vitigno di interessante potenziale qualitativo, capace di unire rusticità e eleganza.

Caratteristiche organolettiche dei vini

I vini da Cavrara si presentano di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al naso offrono profumi netti e puliti di ciliegia, mora e prugna, accompagnati da note floreali di violetta e leggere sfumature balsamiche e minerali. Con l’affinamento emergono toni di spezie dolci, tabacco e sottobosco. Al palato sono equilibrati, di corpo medio-pieno, con tannini morbidi ma ben presenti, acidità viva e finale lungo e armonioso. Le versioni giovani privilegiano la freschezza e la fragranza fruttata, mentre le versioni affinate in legno mostrano maggiore complessità e profondità.

Il Vitigno Cavrara e la sua coltivazione in Italia

Cavrara - Informazioni generali sul vitigno

Il vitigno Cavrara è uno dei  Vitigni autoctoni a Bacca nera presenti principalmente nelle regioni Veneto e registrato ufficialmente nel Catalogo nazionale varietà di vite dal 2007. La sua superficie coltivata a livello nazionale ammonta a 23 ha.
Colore baccaBacca nera
Categoria vitigniVitigni autoctoni
Regioni Italiane principaliVeneto
Superfice vitata nazionale23 ha
Anno di registrazione2007
Autorizzato provincePadova, Vicenza

Cavrara - Ampelografia del vitigno

Ogni vitigno viene caratterizzato tramite dei descrittori ampelografici che definiscono l’aspetto dei suoi principali elementi. Le caratteristiche ampelografiche del vitigno Cavrara sono:
Caratteristiche della foglia
Il vitigno Cavrara ha foglia media, pentagonale, pentalobata.
Caratteristiche del grappolo
Il vitigno Cavrara ha grappolo compatto, medio.
Caratteristiche dell'acino
Il vitigno Cavrara ha acini medi, grandi, di forma elissoidali, con buccia molto pruinosa, consistente, spessa e di colore blu-nera.

Cavrara - Caratteristiche del vino

Il vino prodotto da ciascun vitigno, vinificato in purezza, possiede caratteristiche organolettiche ben precise. Le caratteristiche organolettiche dei vini prodotti con il vitigno Cavrara sono:
Caratteristiche del vino
Il vino che si ottiene dal vitigno Cavrara è di colore Rosso rubino. Al palato è Fruttato, caldo, di corpo.

Cavrara - Caratteristiche colturali e produttive

Ciascun vitigno possiede caratteristiche colturali e produttive ben precise, quali la produttività, la resa, l’epoca di maturazione, il tipo ideale di clima o di potatura, la sensibilità alle avversità o la maggiore o minore resistenza alle malattie e moltre altre. Per il vitigno Cavrara le caratteristiche principali sono:

Cavrara - Le denominazioni di riferimento

Nel Database dei Vitigni di Quattrocalici sono raccolti i dati relativi a tutti i vitigni che risultano menzionati esplicitamente in almeno una denominazione di origine DOP o IGP italiana. Il vitigno Cavrara risulta essere menzionato nel disciplinare delle seguenti denominazioni:
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