L’Albana è un vitigno di origini antiche, conosciuto fin dal tempo dell’antica Roma. E’ stato menzionato negli scritti di Catone e di Plinio il Vecchio ed è assai verosimile che l’origine del suo nome nel termine latino albus, che richiama il colore bianco ma che alcuni considerano come riferimento ai Colli Albani, ritenendo che sia quella la zona di provenienza delle uve che i Romani portarono nelle terre attorno al Rubicone. Nel corso degli anni i riferimenti degli studiosi a questo vitigno sono stati assai numerosi e per certi versi fuorvianti, arrivando ad annotare più di 30 termini associati al vitigno. Attualmente sono cinque i tipi (cloni) di Albana più diffusi sono l’Albana della Bagarona (a grappolo medio-grosso), l’Albana della Compadrona (a grappolo grande), l’Albana della Gaiana (a grappolo piccolo), l’Albana della Serra (a grappolo allungato) e l’Albana Gentile di Bertinoro (a grappolo grande), che presentano fra loro differenze morfologiche talvolta anche molto evidenti.
I vini Albana vengono tradizionalmente prodotti in quattro tipologie: Secco, Amabile, Dolce e Passito. La versione secca è vino dal colore dorato, piuttosto alcolico e corposo, non particolarmente profumato, che solitamente si beve giovane. Le versioni amabili e dolci non si discostano molto dal secco, se non per la maggiore presenza di zuccheri residui. Il passito (ottenuto in genere su graticci ma anche in pianta) è un vino estremamente interessante, dal gusto pieno, equilibrato e suadente e per gli accattivanti profumi di frutta candita e confettura. Di recente alcuni produttori facendo leva sulla tannicità elevata che contraddistinguono le bucce dell’Albana, hanno iniziato a vinificarla “in rosso”, ossia facendo macerare il mosto con le bucce, ottenendo risultati molto interessanti.