Il Bervedino è un vitigno a bacca bianca autoctono dell’Emilia occidentale, coltivato nella parte orientale dei Colli Piacentini, nelle colline tra le province di Piacenza e Parma, in particolare nell’area di Borgonovo Val Tidone e nel primo Appennino, dove è conosciuto con il nome di Berverdino. Il nome gli deriva probabilmente dal colore ambrato che le uve assumono alla luce del sole. . Oggi è una varietà estremamente rara, iscritta nel Registro nazionale delle varietà di vite solo in tempi recenti grazie a progetti di recupero della biodiversità viticola condotti in ambito regionale.
Negli ultimi anni la coltivazione si è drasticamente ristretta ad aree limitrofe della Valle dell’Arda, in provincia di Piacenza. Un tempo si riteneva che il Bervedino fosse in realtà un clone locale dell’Erbaluce, ma successivi controlli hanno permesso di stabilire che esso non avesse nulla a che vedere con l’Erbaluce e neppure con il Cortese, altro sospetto a volte avanzato. Accanto al Bervedino in questa zona si coltivano i molto più diffusi Trebbiano e Ortrugo, ma anche le altrettanto oscure varietà Melara e Santa Maria utilizzate per produrre il Vin Santo di Vigoleno.
Per secoli il Bervedino è stato utilizzato in forma promiscua, insieme ad altri vitigni locali, nei tradizionali uvaggi contadini destinati alla produzione di vini bianchi leggeri e di pronta beva. La sua identità è rimasta a lungo confusa con quella di altre varietà bianche piacentine. Solo negli anni Duemila, con l’intervento dell’Università Cattolica di Piacenza, è stato isolato e caratterizzato come vitigno distinto.
Caratteristiche ampelografiche
La pianta presenta vigoria medio-elevata, con portamento eretto. La foglia è media, trilobata o pentalobata. Il grappolo è medio, piramidale, piuttosto spargolo. Gli acini sono tondi, di colore giallo dorato, con buccia spessa e consistente. La maturazione è medio-tardiva, solitamente a fine settembre.
Proprietà agronomiche
Il vitigno si adatta bene ai terreni collinari argillosi-calcarei dell’Appennino emiliano. Ha buona resistenza alla siccità, ma tende a una produzione irregolare se non ben gestito. Le rese sono contenute, ma può dare buone espressioni qualitative se coltivato con attenzione.
Resistenze e sensibilità
Il Bervedino si dimostra piuttosto rustico, con resistenza media alle malattie crittogamiche. Può però essere sensibile al mal dell’esca e alla peronospora in condizioni di forte umidità. Si adatta comunque bene a una viticoltura integrata.
Proprietà enologiche
I mosti del Bervedino presentano acidità buona, tenore zuccherino medio e una discreta intensità aromatica, che lo rendono adatto alla produzione di vini bianchi secchi dal profilo fresco e floreale. Può essere vinificato in acciaio per esaltarne la bevibilità, ma si presta anche a brevi macerazioni sulle bucce per un risultato più complesso.
Caratteristiche organolettiche dei vini da Bervedino
Il vino ottenuto si presenta con colore giallo paglierino tenue, a volte con riflessi verdolini. Il bouquet è delicato, con sentori di fiori bianchi, erbe di campo, frutta a polpa bianca e note lievemente agrumate. Al palato si mostra leggero, snello, con una freschezza spiccata, bassa alcolicità e una chiusura pulita e amarognola, tipica di molte varietà rustiche dell’Appennino.
È un vino che si abbina bene con piatti semplici della cucina emiliana, come frittate alle erbe, torte salate, antipasti a base di salumi, ma anche con formaggi freschi e minestre in brodo.
